Qualcosa manca

Questa storia si apre su quartieri popolari e palazzi grigio cemento invasi di bambini che crescono mordendo la vita, facendo tesoro di un pallone o di un tramonto, o di un pesce che guizza attaccato alla lenza. Tra penombre rinfrescanti, treni sfidati e giochi a voce bassa, partite di calcio su campi pelati, lunghe giornate dove i bambini giocano e imparano, a volte muoiono. In quei palazzi grigi ci sono pianerottoli con porte spalancate e scambi di piatti succulenti tra profumi e sorrisi. In quelle famiglie irrompono le cose della vita, il dolore e l’amore, la speranza e la morte; e vive la cura della comunità e dell’intero Paese, scosso dalle prime bombe degli anni di piombo.
Come in tanti in quei quartieri, un amico si perde nella droga, poi si arrende all’amore della famiglia, e della struggente voce narrante. Ritornano a vivere, ad amare, a pescare in laghetti appartati parlando di sogni, avvolti nel verde di una madre terra che sembra averlo perdonato. E nel sottofondo le canzoni, i baci alle fidanzate e i tramonti caraibici delle loro vacanze, le albe guardate tra le lacrime di commozione e una vita così piena di valore che tramonta facendo sorgere un altro grande sole, a proteggere l’amico rimasto a combattere. Tra le pagine bisbiglia un desiderio intriso di rabbia gentile: far riemergere quell'onestà, quella fattiva speranza, quel senso di responsabilità e quell’umanità che, guardandoci dentro, e attorno, sono in effetti quello che ora ci manca.

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