Del trionfo della libertà (annotato): edizione integrale arricchita da una biografia dettagliata e dal saggio "Dell'equivalenza manzoniana"
- Autore
- Alessandro Manzoni
- Pubblicazione
- 14/07/2015
- Categorie
- biografia dettagliata
- saggio “Dell'equivalenza manzoniana”
SINOSSI
Alessandro Manzoni, celebrato autore de “I promessi sposi”, negli anni della sua giovinezza si dedicò alla poesia. Uno dei componimenti in versi più importanti è “Del trionfo della libertà”.
Scritto del 1801, è un poemetto allegorico in terzine diviso in quattro canti di valore storico con cui si esaltavano gli ideali libertari della Rivoluzione Francese e nel contempo si criticava Napoleone Bonaparte per la loro mancata realizzazione. Con quest'opera il giovanissimo Alessandro Manzoni si scagliava inoltre contro Chiesa e imperatori colpevoli di soggiogare l'Italia. Ripudiato dall'Autore e pubblicato dopo la sua morte dal Romussi, “Del trionfo della libertà” pagava tributo agli ideali libertari illuministi per quanto riguarda i concetti, alla mitologia e ai latinismi e alle frasi prese da Dante, Petrarca e Monti per quanto riguarda la forma, alla giovine età per quanto riguarda lo stile incerto.
Tipico esempio della produzione giovanile manzoniana, di derivazione classica, ricco di simbolismi ed allegorie.
La versione integrale qui presentata è arricchita dalla biografia dell’autore e dal saggio “Dell’equivalenza manzoniana”.
L’AUTORE
Alessandro Manzoni, inarrivabile autore de “I promessi sposi”, nacque a Milano nel 1785 da Don Pietro Manzoni e Giulia Beccaria, figlia di quel Cesare autore de “Dei delitti e delle pene”, sebbene si dicesse che in realtà fosse il frutto di una relazione adulterina della madre con Giovanni Verri, fratello cadetto di Alessandro e Pietro, noti esponenti dell'Illuminismo.
Dopo avere trascorso la sua gioventù presso alcuni collegi gestiti da religiosi nel milanese e in Svizzera, a trenta anni si riunì A Parigi con la madre appena rimasta sola a causa della morte del compagno Carlo Imbonati. Ivi conobbe e sposò con rito calvinista la prima moglie Enrichetta Blondel, figlia di un banchiere, da cui ebbe dieci figli. All’età di trentacinque anni si convertì al cattolicesimo di stampo giansenista. Da quel momento la sua vita e la sua produzione artistica mutarono radicalmente.
Dopo la morte di del padre Don Pietro Manzoni, si trasferì definitivamente a Milano con tutta la famiglia.
La sua vita fu ricca di gioie e affetti, ma anche di molti dolori (le due mogli e ben otto dei suoi figli gli premorirono).
Studioso e letterato, dedicò tutta la sua vita alla poesia, di cui di lascia opere immortali quali “Marzo 1821” e “Cinque maggio”, e alla stesura de “I promessi sposi”, il romanzo romantico e risorgimentale per antonomasia, capolavoro assoluto dell’Ottocento, a cui lavorò indefessamente per quasi trenta anni. “I promessi sposi”, opera rivoluzionaria che ebbe un successo di pubblico e di vendite senza pari che si protrae sino ai giorni nostri, procurò ad Alessandro Manzoni fama internazionale, ma nessun ritorno di natura economica.
Morì ottuagenario nel 1873, acclamato come patriota e padre della lingua italiana moderna.
In suo onore Giuseppe Verdi compose ed eseguì una “Messa da requiem”.
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