Terre della mia memoria

Non ho mai seguito un criterio cronologico per scrivere di alcuni fatti che mi sono accaduti nella vita o dei quali sono stato testimone perché penso che la memoria non abbia, nel nostro cervello, un ordine temporale e segua invece dei percorsi emozionali, per cui a volte un avvenimento assolutamente casuale può fare riaffiorare ricordi che si pensavano quasi dimenticati o che avevano perso ormai la loro forza evocativa. Quando mi succede scrivo, a volte solo un appunto che poi devo rielaborare con calma, in alcuni casi si tratta di fatti piacevoli, forse anche comici, altre volte cose che ancora oggi mi ricordano avvenimenti dolorosi. Com’è ovvio non sono il protagonista unico di tutto ciò che scrivo, molte volte ne sono stato un semplice testimone o spettatore. Tutti hanno però uno spunto autobiografico se non altro per l’emozione che mi hanno procurato all’epoca e che poi mi ha portato a riviverli, d’altronde non saprei raccontare storie che non mi abbiamo provocato emozioni. Non credo di avere avuto una vita eccezionale, ma sono convinto che tutte lo siano e mi sarà sufficiente sperare che chi dovesse leggere questi miei banali racconti possa convincersi che ogni vita è importante e degna di averla attraversata, magari raccontata agli altri. Cito, solamente a mo’ di incoraggiamento, anche per me, quanto scriveva Dorothy Parker nel suo “Résumé”: “I rasoi fanno male, i fiumi sono freddi, l’acido macchia, i farmaci danno i crampi. Le pistole sono illegali, i cappi cedono, il gas fa schifo. Tanto vale vivere!”

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