Le ceneri di Candore

"Le ceneri di Candore" è il manifesto di un atto d’accusa alla nostra epoca, priva di candore. Un manifesto tuttavia per niente nichilista. Il Candore è ciò che la vita moderna sembra aver abolito più d’ogni altro elemento come qualcosa di vergognoso. Candore è quel disincanto, quell’innocenza quasi infantile, magica eterea leggerezza che ci è stata sottratta (o che abbiamo permesso colpevolmente ci fosse sottratta) e che potrebbe guidarci, invece, come una strada maestra, a una disposizione lieta, aperta, fiduciosa, gioiosa e non corrucciata di vivere la vita. Il Candore è l’unica strada maestra in grado di condurci verso la felicità, l’unico modo di attribuire alla vita e alla morte un qualche significato.

L’epoca attuale ciononostante l’ha perduto in virtù di una cedevolezza alle strutturazioni artefatte e alla plastificazione dei rapporti umani, persino quelli sentimentali e amorosi. Ma non è soltanto un’epoca, la nostra, ad essere sul banco degli imputati di questa sorprendente raccolta di liriche del candore perduto. È anche e soprattutto l’uomo, l’uomo singolo, il quale ha responsabilità stabilite, è padrone del proprio destino, non è un atomo inerte in balia delle forze della Storia. Sul banco degli imputati è il suo povero sbracciarsi, il suo obliare alla propria condizione mortale, la sua vanità, l’egoismo.

"Le ceneri di Candore" è senz’altro un’opera energica, tesa, sicura, mai scoraggiata. In essa il tono delicato, soffuso, brumoso, altalena e si fonde armoniosamente con l’invettiva possente e tracotante. Le Ceneri cercano, scandagliano, si scagliano, discutono, si interrogano, e così facendo riflettono l’ambivalenza dell’animo moderno indeciso tra il rassegnarsi e il combattere.

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