DIMENTICHIAMOCI

"La stanza - mansarda ripara, si fa nucleo in un attimo (gli odori, ad esempio, i nostri, li sento) qui è caldo. (gli odori, i tuoi, fanno parte di me, delle mie mani dove sono cresciute piccole macchie brunite, del mio viso rotondo, delle dita che prima ti hanno esplorato) Crepuscolo, fine, il nostro tempo terminato, il rintocco, il ritorno a casa obbligato (la famiglia, loro), il distacco del corpo dal corpo, la perdita che incombe, la porta che si chiuderà su un punto interrogativo, su un quando senza risposta...Un tempo infinito fa, mentre ti aspettavo e sentivo il cuore in festa, avevo tutte le possibilità, una storia da comporre a piacere e tasselli da mischiare, tessuti con cui giocare, maschere da provare. Vorrei ritornare lì. Non si dovrebbe mai consumare niente ma solo attendere. Immobili. Pazientare e aspettare il non-evento nel non- tempo. Ti guardo. "



Una passione giunta al termine, perché occorre staccarsi per andare avanti, non ci sono alternative. Un amore storto,un nuovo amore che compensa, sostituisce, avvolge, confonde, una città e una frontiera, terra d'esilio e metafora.La paura dell'oblio percorre tutto questo romanzo breve, dal linguaggio accuratissimo e sofisticato, dolente e pieno di passione. Il passato e il presente si mischiano, arriva un nuovo evento -trauma, insieme alla sensazione di inevitabile fine e di una mutilazone da portare addosso, che resterà perché ciò che accade nel corpo è indelebile e "tu sei accaduto nel corpo",

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