Sonetti (Emozioni senza tempo)

Una delle produzioni liriche più consistenti del Diciannovesimo Secolo è anche un vero e proprio testamento sulla vita e sul modo di vivere delle classi popolari romane dell'epoca. Come lo stesso Belli racconta nella prefazione, l'intento era esattamente quello di celebrare l'originalità capitolina, la sua lingua, ma anche la sua filosofia di strada, gli usi e i costumi, la cadenza e la scaramanzia. C'è quindi, nella poesia del Belli, un ritratto satirico e ironico della Roma ottocentesca, ma anche triste e disincantato. I 'Sonetti' si possono leggere come omaggio al linguaggio del volgo, gustoso nella propria metrica, ma anche come fotografia della capitale vista dal basso, dai meandri, dai quartieri popolari, dalle sponde del Tevere. Come già alcuni grandi scrittori latini avevano fatto, ad esempio Marziale, il racconto di matrone, ubriaconi, burloni si intreccia con le vicende di una città influenzata dal Vaticano e dal 'Papa Re'. Una delle opere più imponenti e significative dell'Ottocento italiano, un giusto tributo alla versatilità di uno dei nostri dialetti più conosciuti e uno specchio fedele delle usanze e delle tradizioni della Roma agli inizi del Diciannovesimo Secolo.

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