Gradiva. Una fantasia pompeiana

Quella di Norbert Hanold, giovane e brillante archeologo tedesco, è la storia di un sogno, di un’ossessione, di un innamoramento. O meglio ancora, la storia di una passione, una doppia passione: quella palese per l’archeologia e quella repressa per una donna. Come poteva un racconto così ricco di spunti sfuggire all’occhio attento del dottor Freud che, proprio mentre Jensen lo dava alle stampe, costruiva le sue teorie psicoanalitiche? Ecco perché uno dei suoi saggi tuttora più conosciuti s’intitola proprio Delirio e sogni nella Gradiva di Jensen. Ma questa è un’altra storia. Quella di Norbert, intrigantissima come ogni piccolo classico della letteratura, racconta della sua ossessione per un antico bassorilievo raffigurante una giovane donna nell’atto di incedere. Norbert subito s’invaghisce della grazia di quel passo, tanto da procurarsene un calco in gesso, che da quel momento troneggerà nel suo studio non meno che nella sua mente e nei suoi sogni. E sarà proprio un sogno a suggerirgli di mettersi in viaggio per Pompei, con la certezza che tra le rovine all’ombra del Vesuvio scoprirà la storia di quella donna, cui ha dato persino un nome: Gradiva. Abbattuto ogni steccato tra sogno e realtà, Norbert incontrerà l’agognata figura femminile sotto il sole cocente del mezzogiorno pompeiano, e proprio nell’attimo della sua resa al delirio di un incontro inspiegabile, si accorgerà che quella ragazza è fatta di carne e non di marmo... Lo scavo archeologico è sconfinato nell’inconscio, e con sapiente ironia Jensen lo conduce a un lieto fine che sorprende e diverte il lettore. A dare sostanza in queste pagine ai sogni, all’ossessione, al delirio e alla passione di Norbert, ci pensa il tratto onirico e al contempo divertito di Cecilia Capuana. Catturata a sua volta dal racconto di Jensen – al pari di Freud – e dal passo della Gradiva – non meno di Norbert –, Cecilia Capuana esplora i tanti piani di lettura di una storia che intreccia magistralmente l’arte e la poesia, l’inconscio e il mito, l’allucinazione e l’eros, la sublimazione e il reale.

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