La cicatrice del cielo: immagini e storie di un pellegrino a Gerusalemme e in Terra Santa al tempo della guerra

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La cicatrice del cielo: immagini e storie di un pellegrino a Gerusalemme e in Terra Santa al tempo della guerra
Autore
Nicola Soloni
Pubblicazione
31/05/2015
Valutazione
1
Categorie
Pellegrinaggio è confine tra sogno e realtà. Confine labile e incerto, limite mutevole, indefinito. Come il ricciolo bianco dell'onda, sospeso tra cielo e mare.
L'idea del cammino mai nasce per caso. Una parola scambiata con un amico, il brano di un racconto che ti infiamma dentro e ti fa sognare. Le foto sfogliate assieme e la passione conturbante di chi c'è stato, ha visto e ha vissuto. Un mosaico di emozioni che prende forma poco alla volta, tessera dopo tessera.
L'origine è sempre diversa, spesso inaspettata. Un bagliore fugace, una scintilla impercettibile penetra, dritta come saetta, al centro del cuore. Lì per lì non te ne accorgi, continui a seguire il tran tran quotidiano. La monotonia del feriale, l'inganno dell'infrasettimanale che vuole spiegare tutto e non tiene senso alcuno quasi la soffocano. Le sottraggono calore, ne assorbono l'energia, scatenano tempeste improvvise pur di spegnerne la luce. Intanto passano i giorni, i mesi, stagioni intere. La fiammella, sepolta dalla cenere dell'ordinario, non dà segni di vita. Finché accade l'inatteso. L'impossibile. D'un tratto si risveglia prende vigore la senti si fa spazio sgomita cresce sì come sta crescendo si allarga ancora e t’abbraccia t’avvolge ti riempie. Il desiderio, prima invisibile e segreto, spalanca impetuosamente le porte. Esplode con fragore.
E capisci che è giunta l'ora. L'attesa ha finalmente termine. Ora di lasciare, di lasciarsi sorprendere, di partire per tornare poi differenti, rinnovati, carichi di speranza, forieri di gioia. È tempo di scegliere.
Sguinzagli internet, ti affanni a racimolare le poche informazioni disponibili in rete, giri le biblioteche nella spasmodica ricerca dell'unica guida esistente, ti attacchi all'e-mail lanciando richieste d'aiuto dall'altra parte del Mediterraneo, confidando in una risposta positiva. Tra mille difficoltà, cerchi di organizzare ogni cosa al meglio. Per fortuna la Spagna è stata ottima maestra. Il cammino di Santiago, anzi i cammini, quei tremila chilometri percorsi a piedi, in estate, dai Pirenei all'oceano, nei boschi rigogliosi delle Asturie o nel deserto ardente dell'Andalusia ti sembrano un allenamento sufficiente.
Magari sapevi fin da allora che un giorno saresti giunto a Gerusalemme. Che il sogno, chissà quando, chissà come, si sarebbe trasformato in splendida realtà. Dentro un viaggio ce ne sta sempre un altro. Dietro l’effige di San Giacomo, nelle ampie navate della cattedrale ridondanti d’invocazioni e profumate d’incenso, si nascondeva il volto di Cristo. Le vie di Santiago de Compostela avevano l'aspetto sornione di quelle, più aride e polverose, della Città Santa. La mescolanza di popoli, l’intreccio di torme vocianti di pellegrini da ogni dove che in praza do Obradoiro si scambiavano grida d’esultanza e pianti incontenibili era inatteso preludio del guazzabuglio di razze, culture e religioni che da secoli si contendono a fil di spada la sponda orientale del Mediterraneo. Lasciando ferite aperte, sanguinolente, cicatrici difficili da rimarginare.
Ecco, il momento è arrivato. Le tappe programmate, i contatti verificati, lo zaino pronto. Si parte.
Il libro narra del pellegrinaggio a piedi in Israele e Palestina, da Akko fino a Gerusalemme, passando per Nazaret, monte Tabor, lago di Tiberiade, Gerico e Betlemme. Cammino compiuto dal 3 al 17 luglio 2014, al tempo dell'offensiva lanciata dall'esercito israeliano contro la Striscia di Gaza. Gli echi della guerra alle porte attraversano tutto il diario. La differenza col volume dal titolo analogo sta nella serie di fotografie a corredo. Si tratta, qui, di un racconto per immagini.
Buona lettura.

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La cicatriceMangialibri

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