Fallo T'imploro!

L’eros in letteratura ha avuto sempre il suo fascino, ha

conquistato spesso pubblico e critica. Scriverne non è mai

facile e lo è ancor meno quando a dar esso voce è il verso.

Spesso si rischia di cadere nella banalità, in quell’ovvietà della

carne troppo spesso vivisezionata su un foglio e degradata da

proverbiale volgarità. A volte però ci sono autori che sanno

accarezzare la sacralità della carne, la simbiosi mistica di due

corpi e lo fanno con l’obbedienza del sentimento, perché in

fondo tutto poi è riconducibile all’amore che è il fulcro di ogni

sostanza intima. Antonietta Cacace è un’autrice che coinvolge

ed esalta. La sua opera è un florilegio di intimità e di maestria

amorosa che zampilla come lieve acqua dal viscerale tremore

dell’anima. Nei versi è ben visibile quell’ombelicalità con il

sentimento amoroso che diviene maestro, guru, spirito giuda

dell’emozioni e delle sensazioni di Antonietta che si lascia

comandare, afferrare e “manipolare” dall’impulso per poi

aprire in toto la mente e liberare i fremiti dell’amore che

divengono maestria e opulenza poetica. È una lirica aulica e

lineare; non sconfina nella banalità ma rimane fedele

all’onnipotenza del sentimento e della carne per divenire una

deliziosa stesura di emozioni e di passioni.

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