Storie di poco conto (narrativa)

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Storie di poco conto (narrativa)
Autore
Gianluca Baggio
Editore
Bzbooks Editore
Pubblicazione
24/04/2015
Categorie
Da frammenti di contraddittorie esistenze, la sopravvivenza consiste nel tempo che l’avversità impiega nel corrompere la sfera regolare dell’integrità psicologica, emotiva e morale dell’individuo, ma proprio là dove incontrollabili vicissitudini sgretolano certezze e traguardi, una pioggia di altrettanti detriti investe una coscienza destinata a bruciare rapidamente se non si dimostra avida nel raccogliere logorati stralci di passate perfezioni smembrate rendendole, anche per un solo istante, parti di sé destinate comunque all’oblio. È così che, incredibile ma vero, già prima della formidabile invenzione dell’internet, una rete di impalpabili informazioni tesse il pensiero di entità che altro non sono che i punti di intersezione delle linee che compongono un groviglio di forma indefinibile. Gli intenti si intrecciano tra loro, così come i ricordi, le emozioni e le speranze, sempre che abbia senso averne dato che tale marasma suggerisce ai più incauti che il tutto sia vicendevolmente sé stesso e nulla; il particolare diviene tanto rilevante da poter essere considerato, con una superficiale noncuranza indotta dalla disillusione, parte caratterizzante, se non integrante, dell’individuo che dunque ripone solamente in quella malconcia sintesi di sé la propria intera essenza. Forse il fato, forse l’ atavico “homo homini lupus” o addirittura una divinità annoiata (chi può dirlo?), deve arraffare, per motivi impossibili da conoscere, quella perla di compressa unificazione, improbabile ma decisiva, della natura personale. Premesso che, in assenza di un coerente colpevole esterno, la mente denuncia sé stessa davanti al tribunale della logica rintracciando la causa di tale crimine nella massificazione, nella sbalorditiva mancanza di intraprendenza e curiosità oppure nell’eccessivo uso della tecnologia, un simile furto viene dunque avvertito come un turpe tradimento e, poiché l’istinto di acquisire nuovi sensi di colpa fa coppia inseparabile con la necessità di giustificarsi, tale perverso gioco scarica l’ormai inconsistente peccato sulle spalle del primo sventurato, reso a tal punto, dall’unico vero sospettato, fantoccio di tutte le scomode frustrazioni e le ingombranti gioie che affliggono l’alternanza tra realizzazione ed insuccesso. Capita dunque che la compagna di una vita o il premuroso amico d’infanzia si dimostrino, alla prima occasione, emissari della natura malversa dei rapporti interpersonali ed esecutori di un’illusoria verità che vorrebbe il protagonista di tali naufragi sconfitto dagli ostacoli e deluso dal proprio destino. Diviene allora fondamentale ricercare la perduta sacralità delle azioni che caratterizzano il vivere nell’arte, nel fondo di una bottiglia, nel rock ’n' roll, nell’estasi indotta allo stesso modo dalla poesia e dall’ebbrezza. Unendo sapientemente l’ardimento giovanile con una pacata accettazione della condizione di smarrita serenità, dai più reputata simbolo di maggiore maturità, l’autore descrive un mondo in cui si respira l’aria carica di obnubilanti rivelazioni tipica della cultura underground; una realtà che sfoggia tinte scure dell’ordinaria povertà di spirito mescolandole a quelle acide e sfavillanti di un powerchord sparato a tutto volume in faccia al benpensante di turno prima di spegnere per sempre l’amplificatore e togliere le corde ad una chitarra destinata a tornare un comune pezzo di legno inanimato e plastica.

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