Padreterno (L'Arcipelago Einaudi Vol. 221)

È la storia di Aristeo, nome da dio minore. Figlio unico. Adorato. Maschio. Un dialogo muto con un padre morente sul crinale di una vita divisa tra erudizione, desideri mancati, e violenza. È la storia d'amore con Nina, la sua donna, «che parla la lingua dei leoni», che gli scrive parole dentro una casa viva e dolorosa. Nina che non riesce a possedere, che se ne va, che ride di lui. Che ha forme d'amore che lui non capisce. «Le donne le guardi come gli uomini le guardano da tutta la Storia. È sempre lo stesso sguardo. Sono sempre le stesse donne?» Aristeo si scontra con l'incapacità di conoscere le donne, con l'invidia per la loro libertà, con l'esercizio del potere come forma di amore, con desideri che non può confessare e che ci vengono sbattuti in faccia. «Non lo so. Però da qualche parte deve pur venire. Mentre a me sembra naturale come se ci fossi nato. È tutto buio, mi sento piú forte, piú vero, e mi perdo, come se non fossi piú padrone di me stesso. O fossi ancora quel bambino, onnipotente, che sa dire solo voglio». Questo libro è il suo tentativo di capire finalmente qualcosa di sé, del sesso e delle relazioni amorose.

«Alla fine emette quel suono, uno sfiato di lupo, un respiro monco che gli esce da sotto tutte le volte, che è un'anima in cerca di un po' di carne che la ricopra, o la comprenda».

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