Il libro di Johnny (Letture Einaudi Vol. 62)

In un primo momento Beppe Fenoglio aveva ideato un unico grande ciclo di Johnny, che partiva dagli anni del liceo di Alba, proseguiva con il corso ufficiali, l'8 settembre, il complicato e pericoloso ritorno in Piemonte, l'adesione alla guerra partigiana, il passaggio dai garibaldini ai badogliani. Successivamente però, su indicazione editoriale, Fenoglio riscrisse la prima parte di questo suo ambizioso progetto narrativo trasformando Primavera di bellezza in un libro autonomo: tagliò le prime ottanta pagine e aggiunse tre capitoli finali facendo morire velocemente Johnny al primo scontro a fuoco. La seconda parte, riscritta più volte, fu abbandonata e recuperata postuma con il titolo Il partigiano Johnny. In questa edizione Gabriele Pedullà ricostruisce per la prima volta il continuum narrativo del grande romanzo così come Fenoglio l'aveva pensato e concepito. E la saga di Johnny riemerge in tutta la sua forza epica.

***

Presa nella sua integralità la storia del Libro di Johnny si rivela ispirata a un preciso modello epico. Con la prima parte del volume dedicata alle peregrinazioni di Johnny lontano da casa e la seconda parte incentrata sulla guerra nelle Langhe, Fenoglio dimostra di avere consapevolmente ripreso l'architettura dell'Eneide, dove ai primi sei libri ispirati alle peregrinazioni di Ulisse e all'Odissea seguono altri sei libri costruiti sulla falsariga dell'Iliade. Di questa struttura bipartita il disfacimento dell'esercito rappresenta il punto di svolta: la fine dei viaggi e l'inizio del vero e proprio ritorno a casa. Con la fuga del re e di Badoglio e il rientro di Johnny ad Alba comincia a tutti gli effetti un'altra storia, e si comprende facilmente per quali motivi Fenoglio avesse ipotizzato di interrompere il romanzo proprio qui nella vagheggiata edizione in due volumi. Dopo averci fatto attraversare mezza Italia, da questo momento tutta l'azione si svolgerà in uno spazio di poche decine di chilometri quadrati, attorno a un'Alba cui si chiede sempre più di prendere il posto della Troia o della Lavinio del mito, con il loro fiume sacro e i due eserciti che occupano a turno la parte dell'assediato e dell'assediante.

dalla prefazione di Gabriele Pedullà

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