I Primi Gialli Italiani
- Autore
- DeMarchi Invernizio Jarro Mastriani
- Editore
- Nilalienum Edizioni
- Pubblicazione
- 08/10/2015
- Categorie
Sei romanzi ritenuti i primi “gialli” italiani, quattro autori dalla fantasia inesauribile.
Siamo alla fine dell’Ottocento, l’urbanizzazione è in aumento e si determina una situazione di anonimato e di scarso controllo sociale. I crimini diventano dei rebus che le forze di polizia, non disponendo ancora di adeguati strumenti scientifici, faticano a risolvere.
Emilio De Marchi, Francesco Mastriani, Carolina Invernizio e Giulio Piccini, in arte Jarro, catturano i lettori con i loro racconti di crimini e di personaggi misteriosi, spesso ambigui e non privi di ombre.
“Il cappello del prete” è il primo, vero, poliziesco italiano. Considerato un giallo psicologico per la minuziosa descrizione del flusso di coscienza, De Marchi, attraverso la tecnica dei monologhi interiori, restituisce un protagonista che passa repentinamente da stati di lucidità a stati di pura follia.
Ne “I misteri delle soffitte” Carolina Invernizio racconta i vizi privati della famiglia borghese. Uomini e donne senza scrupoli si scontrano attraverso aspri conflitti giungendo al crimine, il cui movente, dettato dall’esigenza di mantenere il proprio status, è inevitabilmente di natura patrimoniale.
Ne “Il mio cadavere” Mastriani fa leva sulla paura atavica della sepoltura prematura, sul riconoscimento dei segni certi della morte che la possano scongiurare e sul ruolo insidioso ma fondamentale della medicina. La soluzione dell’omicidio è affidata al dottor Weiss che arriva alla verità attraverso scrupolose indagini sul cadavere.
“Federico Lennois” è il romanzo che fa seguito a “Il mio cadavere”. La storia accompagna il lettore nella complessa personalità del protagonista, Federico Lennois, un uomo spregiudicato, crudele e machiavellico, destinato a una fine drammatica.
Con “L’assassinio nel Vicolo della Luna” e con “Il processo Bartelloni” Piccini dà il via al ciclo del commissario Lucertolo, uomo senza moralità, rabbioso e violento, pronto a tutto per denaro. Grazie alle sue intuizioni e alla mania dei particolari, le indagini lo condurranno, contro ogni evidenza, all’interno dello stesso corpo di polizia.
La pubblicazione di queste opere offre uno sguardo d’insieme su un filone letterario che, dalla sua comparsa, ha avuto generazioni di epigoni e milioni di appassionati.
Fanno parte della raccolta: “Il cappello del prete”, “I misteri delle soffitte”, “Il mio cadavere”, “Federico Lennois”, “L’assassinio nel Vicolo della Luna” e “Il processo Bartelloni”.
Siamo alla fine dell’Ottocento, l’urbanizzazione è in aumento e si determina una situazione di anonimato e di scarso controllo sociale. I crimini diventano dei rebus che le forze di polizia, non disponendo ancora di adeguati strumenti scientifici, faticano a risolvere.
Emilio De Marchi, Francesco Mastriani, Carolina Invernizio e Giulio Piccini, in arte Jarro, catturano i lettori con i loro racconti di crimini e di personaggi misteriosi, spesso ambigui e non privi di ombre.
“Il cappello del prete” è il primo, vero, poliziesco italiano. Considerato un giallo psicologico per la minuziosa descrizione del flusso di coscienza, De Marchi, attraverso la tecnica dei monologhi interiori, restituisce un protagonista che passa repentinamente da stati di lucidità a stati di pura follia.
Ne “I misteri delle soffitte” Carolina Invernizio racconta i vizi privati della famiglia borghese. Uomini e donne senza scrupoli si scontrano attraverso aspri conflitti giungendo al crimine, il cui movente, dettato dall’esigenza di mantenere il proprio status, è inevitabilmente di natura patrimoniale.
Ne “Il mio cadavere” Mastriani fa leva sulla paura atavica della sepoltura prematura, sul riconoscimento dei segni certi della morte che la possano scongiurare e sul ruolo insidioso ma fondamentale della medicina. La soluzione dell’omicidio è affidata al dottor Weiss che arriva alla verità attraverso scrupolose indagini sul cadavere.
“Federico Lennois” è il romanzo che fa seguito a “Il mio cadavere”. La storia accompagna il lettore nella complessa personalità del protagonista, Federico Lennois, un uomo spregiudicato, crudele e machiavellico, destinato a una fine drammatica.
Con “L’assassinio nel Vicolo della Luna” e con “Il processo Bartelloni” Piccini dà il via al ciclo del commissario Lucertolo, uomo senza moralità, rabbioso e violento, pronto a tutto per denaro. Grazie alle sue intuizioni e alla mania dei particolari, le indagini lo condurranno, contro ogni evidenza, all’interno dello stesso corpo di polizia.
La pubblicazione di queste opere offre uno sguardo d’insieme su un filone letterario che, dalla sua comparsa, ha avuto generazioni di epigoni e milioni di appassionati.
Fanno parte della raccolta: “Il cappello del prete”, “I misteri delle soffitte”, “Il mio cadavere”, “Federico Lennois”, “L’assassinio nel Vicolo della Luna” e “Il processo Bartelloni”.
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