Scusa ma è il tramonto o l'alba?
- Autore
- J. Hole
- Pubblicazione
- 27/06/2015
- Categorie
J. ha veramente ucciso la sua donna?
O si è semplicemente buttata dalla finestra?
Non lo sa nemmeno lui.
J. sarà costretto a un lungo e difficile percorso per scoprire la verità
...chi si nasconde dietro lo pseudonimo J.Hole?
Certe volte è difficile stabilire se è l'alba o il tramonto. Il sole è sempre lo stesso. Al tramonto, quando è vicino all'orizzonte, comincia ad adagiarsi, come felice di una morte a lungo aspettata. Oppure, se lo guardiamo da un'altra angolazione, sembra una palla un po' sgonfia che sta per lanciarsi verso l'alto in un impeto elastico. È sicuramente più difficile stabilire se sta andando su o sta andando giù se si passano il novanta per cento delle notti tra pacchetti di sigarette, bottiglie di Bourbon e altro.
Come l'ultima notte.
"La finirai prima o dopo di giocare al poeta maledetto."
L'aveva detto qualcuno (chi?) la notte (il giorno?) precedente, e come un'ossessione mi girava in testa, una parola dopo l'altra, come una trottola.
E così ero lì, e non sapevo se era l'alba o il tramonto. Era piuttosto freddo, ma vestivo soltanto una maglietta estiva con l'effige di King Kong, un paio di scarpe da ginnastica senza calzini e dei calzoncini.
Come potevo stabilire se era l'alba o il tramonto? Forse un metodo c'era. Se era l'alba doveva essere più freddo. Ma anche così era difficile. L'alcool mi aveva ormai completamente ottuso i sensi. Non sentivo né caldo, né freddo, ma solo un omogeneo ed informe senso di anestesia.
Nell'attesa di sapere che ora era, mi sedetti sul bordo del primo marciapiede che trovai e mi accesi una sigaretta. Dopo le prime tirate mi sentii già meglio. Non c'era nulla di meglio di una cruda mattina (o sera?) e un pacchetto di sigarette. In realtà poco dopo incominciò a girarmi la testa, così la dovetti prendere tra le mani.
"Dio mio" dissi, e non sapevo nemmeno che cosa stavo dicendo, "Ma dove sono?". Ormai parlavo da solo, e questo era sicuramente il peggio. Devi telefonare a T., mi dissi. Ma perché, in questo momento, ora, no, ce l'aveva con me, ma l'alba, il tramonto? Ma che... Non sapevo proprio che cosa stavo dicendo.
Mi ricordai in quel momento che avevo l'orologio. Guardai: le sette. Le sette di sera o le sette di mattina? Oh, ne sono sicuro, non ne sarei mai venuto fuori, ero perso, finito, smarrito il senso del tempo. Forse avevo l'agendina in tasca. Avrei potuto telefonare a un amico: "Senti, sai se se è sera o mattina?". Forse non era poi una cattiva idea. Da me se l'aspettavano.
"Pronto, che ore sono?"
"Cosa...chi?"
"Ciao, ma non mi riconosci, sono J., senti ho l'orologio, ma...sono sicuro che non ci crederai, del resto è nel tuo stile non crederci, ma è sera o mattina?"
"Ma J., che cosa è successo?"
"No, niente. Che cosa? Niente."
O si è semplicemente buttata dalla finestra?
Non lo sa nemmeno lui.
J. sarà costretto a un lungo e difficile percorso per scoprire la verità
...chi si nasconde dietro lo pseudonimo J.Hole?
Certe volte è difficile stabilire se è l'alba o il tramonto. Il sole è sempre lo stesso. Al tramonto, quando è vicino all'orizzonte, comincia ad adagiarsi, come felice di una morte a lungo aspettata. Oppure, se lo guardiamo da un'altra angolazione, sembra una palla un po' sgonfia che sta per lanciarsi verso l'alto in un impeto elastico. È sicuramente più difficile stabilire se sta andando su o sta andando giù se si passano il novanta per cento delle notti tra pacchetti di sigarette, bottiglie di Bourbon e altro.
Come l'ultima notte.
"La finirai prima o dopo di giocare al poeta maledetto."
L'aveva detto qualcuno (chi?) la notte (il giorno?) precedente, e come un'ossessione mi girava in testa, una parola dopo l'altra, come una trottola.
E così ero lì, e non sapevo se era l'alba o il tramonto. Era piuttosto freddo, ma vestivo soltanto una maglietta estiva con l'effige di King Kong, un paio di scarpe da ginnastica senza calzini e dei calzoncini.
Come potevo stabilire se era l'alba o il tramonto? Forse un metodo c'era. Se era l'alba doveva essere più freddo. Ma anche così era difficile. L'alcool mi aveva ormai completamente ottuso i sensi. Non sentivo né caldo, né freddo, ma solo un omogeneo ed informe senso di anestesia.
Nell'attesa di sapere che ora era, mi sedetti sul bordo del primo marciapiede che trovai e mi accesi una sigaretta. Dopo le prime tirate mi sentii già meglio. Non c'era nulla di meglio di una cruda mattina (o sera?) e un pacchetto di sigarette. In realtà poco dopo incominciò a girarmi la testa, così la dovetti prendere tra le mani.
"Dio mio" dissi, e non sapevo nemmeno che cosa stavo dicendo, "Ma dove sono?". Ormai parlavo da solo, e questo era sicuramente il peggio. Devi telefonare a T., mi dissi. Ma perché, in questo momento, ora, no, ce l'aveva con me, ma l'alba, il tramonto? Ma che... Non sapevo proprio che cosa stavo dicendo.
Mi ricordai in quel momento che avevo l'orologio. Guardai: le sette. Le sette di sera o le sette di mattina? Oh, ne sono sicuro, non ne sarei mai venuto fuori, ero perso, finito, smarrito il senso del tempo. Forse avevo l'agendina in tasca. Avrei potuto telefonare a un amico: "Senti, sai se se è sera o mattina?". Forse non era poi una cattiva idea. Da me se l'aspettavano.
"Pronto, che ore sono?"
"Cosa...chi?"
"Ciao, ma non mi riconosci, sono J., senti ho l'orologio, ma...sono sicuro che non ci crederai, del resto è nel tuo stile non crederci, ma è sera o mattina?"
"Ma J., che cosa è successo?"
"No, niente. Che cosa? Niente."
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