La banda Tevere
- Autore
- Yari Selvetella
- Editore
- MONDADORI
- Pubblicazione
- 07/04/2015
- Categorie
Era una bel pomeriggio di primavera il giorno in cui Mauro Urbani, carico di catene d'oro e anelli, per gioco e per scommessa decise di tuffarsi dal Ponte Sant'Angelo. Era giovane, forte e nulla sembrava potesse succedergli. E quando riemerse dall'acqua il nome del fiume era diventato il suo: con un misto di rispetto e ammirazione amici, rivali e conoscenti da lì in poi lo avrebbero chiamato "Tevere". Ma gli anni sono passati, e a cinquanta ormai compiuti, Tevere è appena uscito di galera e gli toccano insostenibili lavori socialmente utili. Finché una sera non riceve la visita di Monya, sua figlia: il tempo di rifiutare la sua amatriciana perché intanto è diventata vegana e gli annuncia solenne: "Sono incinta". Ma lei e Mattia, il suo fidanzato, sono ancora all'università. Hanno bisogno di un aiuto economico. Dopo tutti i pasticci della sua vita, è ora che suo padre faccia qualcosa per lei. A Tevere non resta che prometterglielo: ci penserà lui. Dopo la promessa però sorge il problema: che fare? La soluzione è una sola, rimettere in piedi l'antica banda. Comincia così il giro di reclutamento, partendo dai due amici più antichi e fidati: Peppe Loria detto "il Fachiro", due metri di muscoli e violenza, un cervello non proprio affilato ma, sotto sotto, un cuore d'oro. E Mario "Bombay", barista a tempo perso, con il sogno di aprirsi un chioschetto su una spiaggia di Ibiza. I due ci stanno subito, la banda è ricostituita. Ma c'è il secondo intoppo, manca un piano. E mentre Tevere non sa bene che pesci pigliare arriva la provvidenza, nelle vesti eleganti di Rashid, delinquente di provenienza misteriosa, con una fama già solida e l'aspetto di un principe arabo. Riusciranno Tevere e la sua banda a fare il colpo per cui Rashid ha chiesto il loro aiuto, evitando al tempo stesso i loro più acerrimi nemici, il Polpo, viscido ex socio di Tevere che si crede Scarface, e il corrotto ispettore D'Amato, l'uomo che già una volta ha spedito Tevere al fresco? Yari Selvetella, grande esperto di criminalità romana, dopo l'enorme successo di Roma criminale, vera e propria bibbia sulla malavita della capitale, scrive un romanzo che sa fondere in una sintesi perfetta le atmosfere truci di Romanzo criminale e quelle ironiche e un po' malinconiche dei maestri della grande commedia all'italiana, come Risi e Monicelli. Yari Selvetella (1976), giornalista e romanziere, collabora con vari programmi della Rai. È un esperto di storia della criminalità romana, un tema su cui lavora da molti anni attraverso articoli e libri, tra cui il bestseller Roma criminale (scritto con Cristiano Armati, Newton Compton, 2005).
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“Io ho ricominciato a lavorare. In altri luoghi scrivo, succhio gamberi, respiro foglie balsamiche, faccio l’amore, ma una parte di me è qui, sempre qui, impigliata a un fil di ferro o a una paura mai vinta, inchiodata per sempre: il puzzo di brodaglia del carrello del vitto, quello pungente dei disinfettanti, il bip del segnalatore del fine-flebo, la porta che si chiude alle mie spalle quando ...