Brevi di cronaca nera (Blogging Vol. 1)
- Autore
- Franco Valleri
- Editore
- Stampeditore
- Pubblicazione
- 25/03/2015
- Categorie
Brevi di cronaca è un libro divertente, fitto di aneddoti veri o inventati, ma è
soprattutto un libro di storia – e d’ altra parte un pezzo del bicefalo Autore è un
docente di Storia contemporanea, nonché parente di celebri giornalisti – perché
racconta la vita dei giornalisti “prima”. Prima del computer e prima delle donne in
redazione, quando il cronista stava “dentro la notizia”. Quando, magari a volte
esagerando, addirittura la faceva lui.
Brevi di cronaca è la storia di un giornalismo ormai morto, di cui i giovani cronisti
sentono parlare dai “vecchi” come di un’epoca mitica e rimpiangono di non avere
conosciuto. Un’epopea a metà strada tra “Amici miei” e Humphrey Bogart in
versione casalinga, popolata da uomini senza particolari qualità, neanche culturali,
forse neanche grammaticali, ma innamorati della notizia, la divinità cui tutto doveva
essere sacrificato, la famiglia, le vacanze, persino la “ganza”; popolata da panciuti
poliziotti della “notturna”, e le due categorie non erano neanche ben distinte; dalle
puttane, che li conoscevano per nome e gli davano anche qualche “soffiata”; dai
tecnici, non dai dottori di Medicina legale, che ne sapevano di più perché erano loro
ad avere “le mani in pasta”; dai pubblici ministeri che un giorno gli passavano la
notizia sottobanco e un altro li minacciavano di arresto perché ne avevano pubblicata
una di troppo; dai piccoli personaggi della Mala – Jimmy l’americano, Cianchino –
che ogni volta che avveniva un omicidio venivano portati in questura e interrogati,
così, tanto per cominciare l’ indagine, e loro, poi, davanti a un bicchiere di vino
raccontavano che cosa gli avevano chiesto e così il giornalista, più o meno, intuiva
che cosa cercava la polizia e che cosa già sapeva.
soprattutto un libro di storia – e d’ altra parte un pezzo del bicefalo Autore è un
docente di Storia contemporanea, nonché parente di celebri giornalisti – perché
racconta la vita dei giornalisti “prima”. Prima del computer e prima delle donne in
redazione, quando il cronista stava “dentro la notizia”. Quando, magari a volte
esagerando, addirittura la faceva lui.
Brevi di cronaca è la storia di un giornalismo ormai morto, di cui i giovani cronisti
sentono parlare dai “vecchi” come di un’epoca mitica e rimpiangono di non avere
conosciuto. Un’epopea a metà strada tra “Amici miei” e Humphrey Bogart in
versione casalinga, popolata da uomini senza particolari qualità, neanche culturali,
forse neanche grammaticali, ma innamorati della notizia, la divinità cui tutto doveva
essere sacrificato, la famiglia, le vacanze, persino la “ganza”; popolata da panciuti
poliziotti della “notturna”, e le due categorie non erano neanche ben distinte; dalle
puttane, che li conoscevano per nome e gli davano anche qualche “soffiata”; dai
tecnici, non dai dottori di Medicina legale, che ne sapevano di più perché erano loro
ad avere “le mani in pasta”; dai pubblici ministeri che un giorno gli passavano la
notizia sottobanco e un altro li minacciavano di arresto perché ne avevano pubblicata
una di troppo; dai piccoli personaggi della Mala – Jimmy l’americano, Cianchino –
che ogni volta che avveniva un omicidio venivano portati in questura e interrogati,
così, tanto per cominciare l’ indagine, e loro, poi, davanti a un bicchiere di vino
raccontavano che cosa gli avevano chiesto e così il giornalista, più o meno, intuiva
che cosa cercava la polizia e che cosa già sapeva.
Condividi questo libro
Recensioni e articoli
Non ci sono ancora recensioni o articoli