Il Divin uccisore

Ippolito Teuco, simpatico e intelligente investigatore romano, riceve una lettera anonima che inizialmente considera lo scherzo di un burlone. Quando però, alcuni giorni dopo, legge su un quotidiano la notizia dell’omicidio di un apicoltore e del cartello ritrovato dagli inquirenti presso l’ingresso della tenuta, nota inquietanti simmetrie proprio con la lettera ricevuta. Decide così di recarsi in commissariato e consegnarla al suo vecchio amico l’aiuto commissario Ludovico Bace.
Ha così inizio la sfida tra le forze dell’ordine e colui che si autodefinisce Divin uccisore.
Ma chi è il Divin uccisore? E perché uccide inscenando la legge del contrappasso che caratterizza i nove cerchi danteschi? Ogni vittima, apparentemente scelta in modo causale, è viatico del successivo omicidio: accanto al cadavere viene sempre ritrovato un biglietto in versi che reca gli indizi per scoprire il successivo. Il profiler della polizia lo definisce come un essere tormentato e disgustato dall’ignoranza dilagante in cui versa il genere umano, deciso a farsi catturare sì da poter mettere fine al suo incubo personale: per prenderlo infatti occorre conoscenza letteraria e in particolare di Dante e della Divina Commedia.
Una scrittura cinematografica, una sorta di canovaccio rispetto a cui i vari personaggi si muovono in sintonia. Un giallo piacevole che sfida la nostra percezione di realtà e verità.

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