Insospettabili mostri
- Autore
- Christian Kolbe
- Editore
- Edizioni Clandestine
- Pubblicazione
- 16/03/2014
- Categorie
Un testo esaustivo e dettagliato, che fornisce un quadro generale del modus operandi dei più efferati assassini, descrivendo, con un linguaggio semplice e coinvolgente, i meccanismi motivazionali e psicologici che spingono i serial killer a selezionare e colpire le proprie vittime. Un testo completo, che si propone di scandagliare la misteriosa e spaventosa mente di questi veri e propri predatori umani.
“Strapparle le corde vocali la ritenevo la cosa più giusta da fare, visto che le erano servite solamente a gridare, ingiuriare, offendere, umiliare me e mio padre. Intendevo, in quel modo, correggere ciò che in lei era sbagliato. Restituirle dignità, perlomeno ai miei occhi. Solo così potevo finalmente riconoscerla come colei che mi aveva donato l’esistenza”. Edmund Kemper III
“Perché li ho mangiati? Traevo, dal sentirli divenire parte di me, una soddisfazione sessuale”. Jeffrey Dahmer
“In virtù della vostra grande esperienza, pensate che riuscirò a percepire almeno per un istante il getto del sangue inondarmi il viso, una volta che voi, con il vostro strumento, mi avrete mozzato il capo? Sarebbe per me cosa assai gradita!”. Peter Kurten al boia.
“Non riuscivo a fermarmi. Nessuno vuole credermi, ma non sono io il responsabile di ciò che ho fatto. So che i giornali dicono che non c’è posto per uno come me su questa terra. Ma, credetemi, in cuor mio, io non mi sono mai reso responsabile di azioni di cui debba pentirmi”. Andrej Chikatilo, di cui si enumerano 55 vittime
“Ci aspettavamo una figura demoniaca. Invece Chikatilo era una persona grigia, insignificante. Non suscitava orrore, ma scetticismo. Come aveva potuto un essere tanto comune seminare il terrore in tutto il paese e agire per oltre dieci anni impunemente?”. Il maggiore di polizia Viktor Denisenko, a seguito della cattura di Andrej Chikatilo
“Strapparle le corde vocali la ritenevo la cosa più giusta da fare, visto che le erano servite solamente a gridare, ingiuriare, offendere, umiliare me e mio padre. Intendevo, in quel modo, correggere ciò che in lei era sbagliato. Restituirle dignità, perlomeno ai miei occhi. Solo così potevo finalmente riconoscerla come colei che mi aveva donato l’esistenza”. Edmund Kemper III
“Perché li ho mangiati? Traevo, dal sentirli divenire parte di me, una soddisfazione sessuale”. Jeffrey Dahmer
“In virtù della vostra grande esperienza, pensate che riuscirò a percepire almeno per un istante il getto del sangue inondarmi il viso, una volta che voi, con il vostro strumento, mi avrete mozzato il capo? Sarebbe per me cosa assai gradita!”. Peter Kurten al boia.
“Non riuscivo a fermarmi. Nessuno vuole credermi, ma non sono io il responsabile di ciò che ho fatto. So che i giornali dicono che non c’è posto per uno come me su questa terra. Ma, credetemi, in cuor mio, io non mi sono mai reso responsabile di azioni di cui debba pentirmi”. Andrej Chikatilo, di cui si enumerano 55 vittime
“Ci aspettavamo una figura demoniaca. Invece Chikatilo era una persona grigia, insignificante. Non suscitava orrore, ma scetticismo. Come aveva potuto un essere tanto comune seminare il terrore in tutto il paese e agire per oltre dieci anni impunemente?”. Il maggiore di polizia Viktor Denisenko, a seguito della cattura di Andrej Chikatilo
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