La Teoria del Caos
- Autore
- Maurizio malogioglio
- Pubblicazione
- 19/10/2013
- Categorie
Gero Medina, dal nome che sembra un farmaco digestivo e con un brillante futuro dietro le spalle, come sostiene il suo ex suocero, è un uomo che ha sempre vissuto oltre. Ora ha imboccato la serie negativa. Se uno si fa licenziare per la dipendenza dal sesso e si fa licenziare da sua moglie e dalla sua potente famiglia, come si consola: “basta che c’è la salute?” Si, ma se poi lo vogliono ammazzare e non sa chi e perché? “Sono pensieri troppo profondi per le lacrime”, si dice Medina quando non è immerso in fantasie erotiche che a volte realizza.
E se il suo squallido lavoretto attuale lo mette in contatto, mettiamo, con una bellissima donna della Roma che conta e ci sono in ballo oscuri traffici di armi sofisticate con persone ed entità pericolose, allora ha di fronte la tempesta perfetta. Medina trova aiuto negli ambienti marginali di periferia così come tra ex eminenze grigie dello Stato ed ex colleghe. Perché Medina, lo si vede subito, è uno simpatico, anche se a volte le battute gli si ritorcono contro. Le ex colleghe e segretarie lo ricordano bene. Ha sbagliato, lo sa, ma vuole ripulirsi.
Si muove, con occhio disincantato, nella Roma degli esclusivi circoli canottieri e degli studenti, dei vicoli e dei sanpietrini, dove italiani e stranieri si sorvegliano e a volte si uccidono. Deve scappare ma poi, nel suo piccolo, si arrabbia e reagisce. Gli eventi, molto più grandi di lui, si svolgono contemporaneamente in Argentina, Venezuela, Iran, fino a sorprenderci con un’inattesa purificazione nel deserto del Teneré, al confine tra Niger e Libia.
E se il suo squallido lavoretto attuale lo mette in contatto, mettiamo, con una bellissima donna della Roma che conta e ci sono in ballo oscuri traffici di armi sofisticate con persone ed entità pericolose, allora ha di fronte la tempesta perfetta. Medina trova aiuto negli ambienti marginali di periferia così come tra ex eminenze grigie dello Stato ed ex colleghe. Perché Medina, lo si vede subito, è uno simpatico, anche se a volte le battute gli si ritorcono contro. Le ex colleghe e segretarie lo ricordano bene. Ha sbagliato, lo sa, ma vuole ripulirsi.
Si muove, con occhio disincantato, nella Roma degli esclusivi circoli canottieri e degli studenti, dei vicoli e dei sanpietrini, dove italiani e stranieri si sorvegliano e a volte si uccidono. Deve scappare ma poi, nel suo piccolo, si arrabbia e reagisce. Gli eventi, molto più grandi di lui, si svolgono contemporaneamente in Argentina, Venezuela, Iran, fino a sorprenderci con un’inattesa purificazione nel deserto del Teneré, al confine tra Niger e Libia.
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