Hawthorne. La lettera scarlatta (LeggereGiovane)

La giovane Ester Prynne, condannata per adulterio nella puritana Boston, sarà costretta a portare per sempre sul seno una fiammeggiante, scarlatta, lettera «A» (A come adulterio? Come Arte? Come America?), da lei stessa ricamata. Ester non ha mai voluto rivelare il nome del suo “complice” che infine – lacerato tra ansia di schiettezza e orgoglio, e perseguitato dal marito della giovane – cederà, confessando la sua colpa. La lettera scarlatta, libro che rese celebre il nome di Nathaniel Hawthorne, è un mirabile esempio di fusione perfettamente riuscita tra sviluppo tematico-narrativo, delineazione dei personaggi e procedimenti linguistico-stilistici. Hawthorne fa di Ester un personaggio esemplare: mostrando, da un lato, una compartecipazione profonda, ma soffermandosi, dall’altro, in un pensoso e drammatico indugio di fronte alla sua “colpa”, pur condannando l’implacabilità puritana e la violenza moralistico-sociale di cui è vittima.



«Orbene questo straccio scarlatto ché tale ormai era ridotto dal tempo e dall’uso, esaminato con cura, presentava l’aspetto di una lettera.»







Nathaniel Hawthorne



nacque a Salem, nel Massachusetts, nel 1804. Rimasto presto orfano di padre, crebbe nella famiglia della madre. Di carattere schivo e introverso, cominciò giovanissimo a scrivere racconti sulla Nuova Inghilterra puritana. A La lettera scarlatta, il suo capolavoro, seguirono La casa dei sette abbaini, Il romanzo di Valgioiosa, Il fauno di marmo. Morì nel 1864.

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