Notre-Dame des Fleurs (La cultura)
- Autore
- Jean Genet
- Editore
- Il Saggiatore
- Pubblicazione
- 12/02/2015
- Categorie
Divine e i suoi molti amanti abitano una Montmartre sgargiante: si ubriacano nei caffè fumosi, adescano clienti nei vicoli equivoci, si amano nelle soffi tte disordinate e si torturano. Figure evocate da un narratore chiuso in cella – come Genet stesso, che compose il romanzo in carcere –, Divine, Minion, Gorgui e lo spietato Notre-Dame-des-Fleurs danno anima, corpo, voce a una rappresentazione rituale in cui nessuno può eludere il ruolo che gli è proprio – il Magnaccia, la Checca, l’Assassino, il Soldato, il Negro – e in cui la Parigi degli anni venti, scandalosa e appariscente, diventa palcoscenico di uno spettacolo che sembra la vita, ma è molto di più.
Nata da ricordi personali e da personali ossessioni erotiche, frutto di un insopprimibile bisogno evasivo ed eversivo, nella prosa irripetibile di Genet la vicenda di Divine ha l’esemplarità trasognata della vita di un santo, e una forza visionaria tanto dirompente da portare i personaggi a travalicare i confi ni dell’intreccio e visitare, a guisa di apparizioni angeliche, il narratore incarcerato, confondendo ciò che è reale e ciò che non lo è. Ma non importa, inutile gridare all’inverosimiglianza: l’unico modo per essere veritieri, dice il narratore, è mentire.
Testimonianza di straordinaria, insuperata poesia, il romanzo d’esordio di Genet, che il Saggiatore pubblica oggi in una versione riveduta e aggiornata, alterna motivi autobiografi ci e agiografici, slanci lirici e riflessioni sulla vocazione di artista, scoppi travolgenti di vitalismo erotico e momenti in cui si rivela l’insensatezza dell’esistenza, il cui unico antidoto pare essere l’estetica della teatralità, della menzogna. Sconcertante e scandaloso fi n dal titolo, che sembra alludere a un santuario ma è il soprannome di un guappo biondo e con gli occhi azzurri, Notre-Dame-des-Fleurs non si accontenta di riprodurre un mondo, ma ha l’ambizione di crearlo.
Nata da ricordi personali e da personali ossessioni erotiche, frutto di un insopprimibile bisogno evasivo ed eversivo, nella prosa irripetibile di Genet la vicenda di Divine ha l’esemplarità trasognata della vita di un santo, e una forza visionaria tanto dirompente da portare i personaggi a travalicare i confi ni dell’intreccio e visitare, a guisa di apparizioni angeliche, il narratore incarcerato, confondendo ciò che è reale e ciò che non lo è. Ma non importa, inutile gridare all’inverosimiglianza: l’unico modo per essere veritieri, dice il narratore, è mentire.
Testimonianza di straordinaria, insuperata poesia, il romanzo d’esordio di Genet, che il Saggiatore pubblica oggi in una versione riveduta e aggiornata, alterna motivi autobiografi ci e agiografici, slanci lirici e riflessioni sulla vocazione di artista, scoppi travolgenti di vitalismo erotico e momenti in cui si rivela l’insensatezza dell’esistenza, il cui unico antidoto pare essere l’estetica della teatralità, della menzogna. Sconcertante e scandaloso fi n dal titolo, che sembra alludere a un santuario ma è il soprannome di un guappo biondo e con gli occhi azzurri, Notre-Dame-des-Fleurs non si accontenta di riprodurre un mondo, ma ha l’ambizione di crearlo.
Condividi questo libro
Recensioni e articoli
Non ci sono ancora recensioni o articoli
Altri libri di Jean Genet
Miracolo della rosa (La cultura Vol. 1255) di Jean Genet — Il Saggiatore
Scritto in carcere nel 1943-44 sui fogli forniti ai detenuti per la confezione di sacchetti di carta e ambientato nel penitenziario di Fontevrault durante l’inverno 1940-41, Miracolo della rosa è un’opera di scandalo e malizia. In parte è un resoconto immaginario della vita di prigionia del protagonista «Jean Genet», in parte è una rievocazione realistica della permanenza dello scrittore nella ...