La casa nel vicolo

- Indice interattivo

- Testo originale integrale del 1921



Nella casa silenziosa che si affaccia su un vicolo "fondo e cupo come un pozzo vuoto", Maria Messina per un lungo arco di tempo segue la squallida esistenza di due sorelle, che si consuma nella mortificazione della loro personalità e nell’asservimento a Don Lucio, marito di Antonietta ("povera cosa senza volontà") e cognato di Nicolina ("già vecchia senza aver vissuto la sua parte di vita"). La forza e la volontà di questo sovrano incontrastato di una piccola comunità familiare siciliana, gravano sulle cose e sulle anime silenziosamente. Egli considera la famiglia una proprietà da governare secondo le sue regole. Tutto è metodicamente stabilito, tutto è preveduto in un rituale assurdo, predisposto per la sua tranquillità, sfruttando la devozione della moglie "dal temperamento docile e mansueto, fatto per essere plasmato come l’argilla fresca", ma anche la docilità della cognata. Ambedue, pur vivendo infelicemente, riconoscono per ancestrale accettazione la superiorità del maschio e passano i loro giorni nell’aria chiusa della Casa nel vicolo, avvolta da un profondo senso di mistero e di tristezza. Nicolina, la cognata, subirà senza reagire la seduzione di Don Lucio, ma la tenerezza iniziale ben presto si trasformerà in "orrore e ribrezzo" e le resteranno i pensieri amari e un "nodo di lacrime che non ci riesce di piangere".



La relazione incestuosa tra Don Lucio e la cognata "sposa senza anello e senza sposo" si iscrive come un elemento ineludibile nella logica del possesso del maschio cui tutto è dovuto. I rapporti tra le due sorelle, inizialmente di grande affetto, si deteriorano in modo irrimediabile fino all’odio aspro e cupo, vissuto come "castigo". Dopo la scoperta della tresca, Antonietta intima alla sorella di lasciare la casa. L’autodifesa di Nicolina è incentrata sulla sessualità femminile: "Tu mi hai rovinata. E ora mi vorresti scacciare? Non me ne andrò. Ho sciupato qui la mia giovinezza fresca e spensierata, come un velo che si butti su una siepe di spini.Tu mi hai messa in bocca al lupo. Intorpidita dall’egoismo mi lasciavi sola, giornate intere, per servirlo. E non pensavi ch’io ero una povera creatura fatta di carne, come te? Perché gli dovevi voler bene tu sola? Non potevo sentire allora, ora no! ora non più! ora non più! quel che sentivi tu? Anche più fortemente di te? Non ci pensavi? E se ci pensavi,non eri più snaturata della più snaturata femmina? Andarmene! Come un cencio logoro che non serve più! Come un limone spremuto che si butta in mezzo alla strada!" Le donne sono "due colpevoli chiuse nella stessa gabbia". E’ una famiglia incapace di comprendersi e di amarsi a vicenda; ognuno è chiuso in una sua gelida armatura di egoismo e ognuno considera l’altro suo nemico. L’unico ad osteggiare la tirannica autorità paterna è il figlio adolescente, Alessio, sensibile e sognatore il quale ha intuito "l’oscura colpa della zia" e soffre un grande disagio: "il suo piccolo cuore era gonfio di pietà verso la madre, di pietà verso la zia" e alla pietà sono improntate le ultime sue parole rivolte alla madre: "perdoni alla zia. Ha sofferto la sua parte". Per lui che fin dall’infanzia "pareva che camminasse sulla terra guardato dalla morte", l’unica forma di ribellione possibile sarà il suicidio. Le due sorelle "nemiche" risentiranno in modo terribile dell’accaduto, mentre Don Lucio senza alcun rimorso o rimpianto per il figlio considerato "un debole e un vinto" si preoccuperà che il fatto atroce non gli faccia perdere onorabilità agli occhi della gente.

Segnala o richiedi rimozione

Condividi questo libro

Recensioni e articoli

Aggiungi una recensione

Aggiungi un articolo

Non ci sono ancora recensioni o articoli

Altri libri di Maria Messina

L'amore negato

L'amore negato di Maria Messina Greenbooks Editore

Nell'ultimo romanzo della scrittrice siciliana le protagoniste sono due sorelle, tanto diverse ma tanto simili nella loro incapacità di incontrare l'amore. Dall’incipit del libro: La piazza di Santa Maria, un po’ isolata, non aveva niente di bello. Pure Miriam passava volentieri quasi l’intera giornata a lavorare fitto fitto davanti la finestra bassa che si apriva proprio di faccia alla ...

Ragazze siciliane

Ragazze siciliane di Maria Messina Passerino

Una raccolta di splendide novelle scritte nel 1921 che descrivono la condizione femminile dell'epoca. Un piccolo capolavoro dimenticato del Novecento.  Maria Messina (Palermo, 14 marzo 1887 – Pistoia, 19 gennaio 1944) è stata una scrittrice italiana.

La casa nel vicolo

La casa nel vicolo di Maria Messina Greenbooks Editore

La serena tragedia di due donne e un ragazzo sacrificati all'egoistico machismo di uno squallido omuncolo. La storia di due sorelle trapiantate in città a causa di un matrimonio, ma che della stessa non vedranno niente, se non una piccolissima parte con una passeggiata a dir poco "rubata".

Ragazze siciliane

Ragazze siciliane di Maria Messina Vecchie Letture

Miniature di ragazze siciliane, lavorate a cesello, rifinite in oro. Sono novelle del 1921, che raccontano ragazze del 1921, che abitano la provincia siciliana e che lottano per respirare libertà, per poter portare a compimento il loro progetto di vita, che a volte non hanno un progetto perché sono allevate pensando che qualcun altro, un uomo generalmente, sarà l’artefice della loro felicità...

I figli dell'uomo sapiente

I figli dell'uomo sapiente di Maria Messina Vecchie Letture

I figli dell'uomo sapiente è una raccolta di tre racconti illustrata da Yambo. Nel primo Maria messina ci racconta le avventure di due fratelli attraverso un mondo fatato, quasi un pre-fantasy, fate, nani e principesse. Il secondo ci parla delle peripezie di una scimmietta che ne combina di tutti i colori in giro per il paese. Fiorita, Fiorina e Fiorella, invece, sono le tre sorelle ...

Personcine

Personcine di Maria Messina Vecchie Letture

- Indice interattivo. Non bambine ma personcine. Bellissimo questo titolo perché racchiude l’essenza dei racconti che raccoglie. Scrive in un racconto la Messina che “le virtù messe in pratica fin da piccoli, diventano altrettante abitudini dello spirito” ed è questa l’anima delle novelle, dove conosciamo tante bambine con poveri mezzi, che cercano di diventare delle belle persone, ma sono...