Anima-li
- Autore
- Ronnie Picciotto
- Pubblicazione
- 27/12/2014
- Categorie
Nella vita quotidiana, come nel campo biologico, si verificano continui adattamenti da parte di ogni organismo vivente rispetto all’ambiente circostante.
Questi cambiamenti possono essere provvisori o definitivi; le cose possono modificarsi, ma anche ritornare al punto di partenza.
Accade che si imbocchi una strada che non permetta di ritornare allo stato originario: in biologia come in medicina ci sono momenti in cui si coglie il punto di non ritorno. Da quel momento le cose saranno diverse e non ci sarà più possibilità di riottenere la situazione precedente.
Ad esempio, nell’attimo in cui il chirurgo incide la pelle, ecco che le cose non sono più come prima: da quel momento, tutto sarà diverso. In meglio, forse, ma non necessariamente. Lo stesso accade con certe malattie: dalla formulazione della diagnosi, per il medico e specialmente per il paziente – tutto sarà diverso.
Questa raccolta è costituita dalla descrizione di trentatre diverse creature che vivono in un mondo che può essere il nostro, ma può anche non esserlo, privo com’è di esseri umani. Creature che potrebbero essere viste da un extraterrestre sul nostro pianeta ma anche creature da noi viste in un ambiente non terrestre.
Quasi tutte hanno in comune il fatto di varcare ad un certo momento della propria vita, un punto di non ritorno: accade che quanto vissuto fino a quell’attimo prima, debba cambiare. Irrevocabilmente.
Queste creature sono immerse in un ambiente che prende in considerazione la loro “cellularità”, il loro modo di esistere anche e soprattutto in senso biologico. Ma vogliono pure descrivere una “alternativa” a quello che siamo abituati a considerare appunto “biologico”: animali – ad esempio - che covino il fuoco al loro interno o che rifuggano dall’ombra per una loro ragione mentale e non organica; una fisicità che non contempla soltanto il “maschile” ed il “femminile” ma dove il mondo “vegetale” sconfina nel “minerale” o nell’”animale”.
Non solo, queste creature sono immerse nei concetti stessi di esistenza, di sviluppo, di vita e di morte come li può vedere un medico. Non a caso la terminologia si rifà a quella di tipo clinico e la descrizione di ogni creatura è condotta con un metodo descrittivo e scientifico apparentemente ineccepibile.
Sono trentatre animali, diversi uno dall’altro, ma si leggono come se si trattasse di una sola ed unica creatura; un solo, lungo racconto.
Queste “bestie” vogliono essere considerazioni sulla vita e sulla morte; sulla malattia e sullo stato di salute. Vogliono descrivere la vita come è e come potrebbe essere; soprattutto vogliono cercare di capire come si possa stare, bene – o male – dopo essere incappati nel punto di non ritorno. Vogliono descrivere quel preciso momento in cui le cose dell’esistenza cambiano, come ad esempio nell’esordio di una patologia.
Esattamente come accade all’aeroplano al momento del decollo: raggiunta una certa velocità non può più arrestarsi, deve andare avanti, decollare ad ogni costo. Ecco quanto accade a queste creature: raggiunto il loro personale punto di non ritorno, devono continuare ad esistere. O soccombere.
Questi cambiamenti possono essere provvisori o definitivi; le cose possono modificarsi, ma anche ritornare al punto di partenza.
Accade che si imbocchi una strada che non permetta di ritornare allo stato originario: in biologia come in medicina ci sono momenti in cui si coglie il punto di non ritorno. Da quel momento le cose saranno diverse e non ci sarà più possibilità di riottenere la situazione precedente.
Ad esempio, nell’attimo in cui il chirurgo incide la pelle, ecco che le cose non sono più come prima: da quel momento, tutto sarà diverso. In meglio, forse, ma non necessariamente. Lo stesso accade con certe malattie: dalla formulazione della diagnosi, per il medico e specialmente per il paziente – tutto sarà diverso.
Questa raccolta è costituita dalla descrizione di trentatre diverse creature che vivono in un mondo che può essere il nostro, ma può anche non esserlo, privo com’è di esseri umani. Creature che potrebbero essere viste da un extraterrestre sul nostro pianeta ma anche creature da noi viste in un ambiente non terrestre.
Quasi tutte hanno in comune il fatto di varcare ad un certo momento della propria vita, un punto di non ritorno: accade che quanto vissuto fino a quell’attimo prima, debba cambiare. Irrevocabilmente.
Queste creature sono immerse in un ambiente che prende in considerazione la loro “cellularità”, il loro modo di esistere anche e soprattutto in senso biologico. Ma vogliono pure descrivere una “alternativa” a quello che siamo abituati a considerare appunto “biologico”: animali – ad esempio - che covino il fuoco al loro interno o che rifuggano dall’ombra per una loro ragione mentale e non organica; una fisicità che non contempla soltanto il “maschile” ed il “femminile” ma dove il mondo “vegetale” sconfina nel “minerale” o nell’”animale”.
Non solo, queste creature sono immerse nei concetti stessi di esistenza, di sviluppo, di vita e di morte come li può vedere un medico. Non a caso la terminologia si rifà a quella di tipo clinico e la descrizione di ogni creatura è condotta con un metodo descrittivo e scientifico apparentemente ineccepibile.
Sono trentatre animali, diversi uno dall’altro, ma si leggono come se si trattasse di una sola ed unica creatura; un solo, lungo racconto.
Queste “bestie” vogliono essere considerazioni sulla vita e sulla morte; sulla malattia e sullo stato di salute. Vogliono descrivere la vita come è e come potrebbe essere; soprattutto vogliono cercare di capire come si possa stare, bene – o male – dopo essere incappati nel punto di non ritorno. Vogliono descrivere quel preciso momento in cui le cose dell’esistenza cambiano, come ad esempio nell’esordio di una patologia.
Esattamente come accade all’aeroplano al momento del decollo: raggiunta una certa velocità non può più arrestarsi, deve andare avanti, decollare ad ogni costo. Ecco quanto accade a queste creature: raggiunto il loro personale punto di non ritorno, devono continuare ad esistere. O soccombere.
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