Trecce di grano, io andrò lontano!

Un giovane ma affermato professionista del design è convinto da una collega a un “ritiro per liberare la creatività” in un’isolata baita in montagna.

Creativo di successo, il nostro vive tra demenziali paranoie tutte sue, isteriche pulsioni narcisiste e la comica convinzione di essere sempre al di sopra di tutto e tutti. Durante il suo “ritiro” si ritrova però in uno spiazzante confronto con la purezza di una ragazzina semplice che vive sui monti, dal sorriso pronto e dai valori ingenui.

L’incontro-scontro si traduce in un intenso scambio tra la cultura dell’apparenza di chi vive nella grande città, e l’autentica sostanza di chi abita ai margini. Ambienti, ma anche modi di concepire la vita profondamente diversi. Il titolo dell’opera, ottuso manifesto di arrivismo del protagonista, al termine dell’incontro diverrà il simbolo del suo nuovo modo rapportarsi con le cose davvero importanti della vita.

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