Favola delle cose ultime (Supercoralli)

C'era una volta una terra strana, diversa da tutte le altre: terra d'acqua, l'ha chiamata un poeta. Era il mondo delle risaie. non le risaie come le conosciamo ora, dopo l'avvento della chimica e dei diserbanti, che le hanno trasformate in bacini spenti dove si produce il riso. Al contrario, le risaie brulicanti di vita. Ma anche di sogni. E di pensieri estremi. Pensieri che riflettono il cielo nella terra. E la terra nel cielo. Come le risaie, appunto. Anche la gente che vi abitava era gente strana. Forse per via di quei sogni e di quei pensieri. Sia come sia, da quelle parti le cose ultime, vale a dire le questioni sulla vita e sulla morte che nessun filosofo sembra piú disposto ad affrontare, ma che in fondo sono le sole degne, trovavano sempre qualcuno che osasse riproporle: un vagabondo, un vecchio prete, un agrimensore che era stato amico di Gadda, un ex calciatore della Pro Vercelli, due montanari un po' balordi come i loro nomi Luno e Laltro, e tanti ancora, per non parlare delle mondine... Come se problemi un tempo al centro dell'attenzione, ma ormai materia di favola, si fossero persi e arenati in quella regione di confine, dove le geometrie perfette dei campi aprono sull'infinito. Il protagonista di questo che è anche un romanzo filosofico - un ragazzino dai natali incerti di nome Ranabota - prende terribilmente sul serio le domande che hanno nutrito la sua infanzia e la sua adolescenza, come se ne andasse della sua stessa vita. E infatti ne va. Trascinato, piú che dagli eventi, dalla sua inquietudine intellettuale, viene a trovarsi in modo nient'affatto casuale nel luogo in cui tutti i nodi si stringono: a Sarajevo, nell'infuriare della guerra. Il suo è un disperato soccombere nella sordità generale. Ma qualcosa rimane. Qualcosa come una ferita sulla superficie del nulla.

Segnala o richiedi rimozione

Condividi questo libro

Recensioni e articoli

Aggiungi una recensione

Aggiungi un articolo

Non ci sono ancora recensioni o articoli

Altri libri di Sergio Givone

Non c'è piú tempo (L'Arcipelago Einaudi Vol. 130)

Non c'è piú tempo (L'Arcipelago Einaudi Vol. 130) di Sergio Givone EINAUDI

Città di pietra e di luce, Firenze nasconde nel suo ventre un luogo di pura tenebra, dove la sera del 2 ottobre 1981 un uomo in sedia a rotelle viene condotto. Di lui si sa poco, molto invece delle sue ossessioni. Per il mondo strangolato dai suoi abitanti e dalla follia che li domina. Per la sua vita che corre senza senso verso la fine. Per il tempo che non c'è più. È uno come tanti, Venturino...

Fra terra e cielo

Fra terra e cielo di Sergio Givone Solferino

Un capolavoro architettonico ammirato in tutto il mondo. Una città, Firenze, al culmine della sua fortuna storica e artistica sotto i Medici. E un genio tormentato, Filippo Brunelleschi, destinato a lasciare un’impronta indelebile nella storia. Sergio Givone tesse in queste pagine la trama affascinante che portò alla nascita della cupola del Duomo di Santa Maria del Fiore, simbolo indiscusso ...

Sull'infinito (Icone. Pensare per immagini)

Sull'infinito (Icone. Pensare per immagini) di Sergio Givone Società editrice il Mulino

Da dove viene? E soprattutto dove va? È giunto fin lì, agli estremi confini del mondo, per poter guardare oltre: fermo e ben saldo sulla roccia, il viandante romantico di Friedrich sembra essere consapevole che l’infinito è più grande di lui, ma proprio da questa smisurata grandezza, da questa espansione soverchiante è tentato. Irraggiungibile, l’infinito è però anche irrappresentabile. Perché...

Nel nome di un dio barbaro (Supercoralli)

Nel nome di un dio barbaro (Supercoralli) di Sergio Givone EINAUDI

Un oscuro episodio di eros, violenza e guerra apre il romanzo. Un delitto senza castigo né espiazione. E che in ogni caso non placa quel dio barbaro che è pur sempre Amore. Rigomago, provincia profonda. È una sera del febbraio 1921 e in un vecchio palazzotto di città si danno appuntamento personaggi privi d'identità sociale, misantropi sublimi, anime in pena, sognatori. Credono di averlo già ...