Nel nome di un dio barbaro (Supercoralli)
- Autore
- Sergio Givone
- Editore
- EINAUDI
- Pubblicazione
- 24/02/2015
- Categorie
Condividi questo libro
Recensioni e articoli
Non ci sono ancora recensioni o articoli
Altri libri di Sergio Givone
Fra terra e cielo di Sergio Givone — Solferino
Un capolavoro architettonico ammirato in tutto il mondo. Una città, Firenze, al culmine della sua fortuna storica e artistica sotto i Medici. E un genio tormentato, Filippo Brunelleschi, destinato a lasciare un’impronta indelebile nella storia. Sergio Givone tesse in queste pagine la trama affascinante che portò alla nascita della cupola del Duomo di Santa Maria del Fiore, simbolo indiscusso ...
Sull'infinito (Icone. Pensare per immagini) di Sergio Givone — Società editrice il Mulino
Da dove viene? E soprattutto dove va? È giunto fin lì, agli estremi confini del mondo, per poter guardare oltre: fermo e ben saldo sulla roccia, il viandante romantico di Friedrich sembra essere consapevole che l’infinito è più grande di lui, ma proprio da questa smisurata grandezza, da questa espansione soverchiante è tentato. Irraggiungibile, l’infinito è però anche irrappresentabile. Perché...
Favola delle cose ultime (Supercoralli) di Sergio Givone — EINAUDI
C'era una volta una terra strana, diversa da tutte le altre: terra d'acqua, l'ha chiamata un poeta. Era il mondo delle risaie. non le risaie come le conosciamo ora, dopo l'avvento della chimica e dei diserbanti, che le hanno trasformate in bacini spenti dove si produce il riso. Al contrario, le risaie brulicanti di vita. Ma anche di sogni. E di pensieri estremi. Pensieri che riflettono il cielo...
Non c'è piú tempo (L'Arcipelago Einaudi Vol. 130) di Sergio Givone — EINAUDI
Città di pietra e di luce, Firenze nasconde nel suo ventre un luogo di pura tenebra, dove la sera del 2 ottobre 1981 un uomo in sedia a rotelle viene condotto. Di lui si sa poco, molto invece delle sue ossessioni. Per il mondo strangolato dai suoi abitanti e dalla follia che li domina. Per la sua vita che corre senza senso verso la fine. Per il tempo che non c'è più. È uno come tanti, Venturino...