Love me do: Hanno sparato a John Lennon

L’amicizia, la scuola, il gruppo, gli amori, la musica, i centri sociali.

Può sembrare la storia di un qualunque gruppo di amici negli anni ottanta, in una qualsiasi metropoli, invece accade subito qualcosa con la quale il lettore deve fare i conti: John Lennon sopravvive all’attentato del Residence Dakota a New York. Questo particolare non è funzionale alla storia, tuttavia determina una sorta di tensione crescente, una domanda ricorrente.

Una finta band, un amore tempestoso, una prospettiva dissoluta rifuggita con il trasferimento in un piccolo paesino della Sardegna, dove Mick, riacquista la serenità che solo quel luogo ai margini del mondo sembra possa garantirgli.

Tutto sembra procedere normalmente, con i tempi scanditi dai silenzi lunghi della quotidianità, fino a quando i Beatles annunciano di volere tornare a suonare insieme in un memorabile concerto, proprio in quello sperduto paese della Sardegna, per festeggiare il passaggio al nuovo millennio.



Questo romanzo, con il titolo originale Hanno sparato a John Lennon (ma per fortuna se la caverà) è stato finalista del XIV Premio Italo Calvino, e si è aggiudicato all’unanimità il Prix Calvino, riconoscimento assegnato dalla giuria di studenti dell’Universitè de Savoie di Chambery, nell’ambito del Festival du Premier Roman.



Love me do è un romanzo che resuscita Lennon e con lui un'epoca, gli anni Ottanta, dove tutto poteva ancora succedere. La fanta-premessa narrativa è affascinante per due motivi. Il primo perché, anche se è una finzione, è emozionante immaginare che Lennon non sia stata ucciso così brutalmente quella sera. Il secondo motivo, collegato al primo, è che immaginare un mondo dove non sia accaduta questa crudeltà fa sperare che non ne avvengano altre. L'omicidio di Lennon non è funzionale alla storia, ma "induce una sorta di tensione crescente, di domanda ricorrente", che nel romanzo di Massimo Miro si traduce in un ottimismo costante, nella gioia di essere al mondo nonostante il mondo. (Alessandra Minervini, Scuola Holden).



Massimo Miro è nato a Milano. Vive e lavora a Torino, dove suona la batteria negli onu44. Il suo romanzo d’esordio La faglia, è stato edito da Il Maestrale nel maggio 2012



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