Sarebbe più interessante parlare di Angelica

Elisabetta Croce esordisce con una raccolta di otto racconti in cui tesse abilmente un inesorabile filo rosso che lega i suoi personaggi.
Essere se stessi è la cosa più difficile al mondo non soltanto se e quando si è giovani. Relazionarsi con l’esterno, talvolta, richiede di indossare una maschera per celare la tempesta emotiva che si agita dentro e purtroppo si tende a indossare una maschera anche con se stessi quando tutto ciò che desideriamo è non esistere, sparire. Conosci te stesso è scritto sul tempio dell’oracolo di Delfi, ma chi davvero conosce se stesso? E ancora e soprattutto chi vuole conoscersi davvero?, spogliarsi di ogni velo e mirarsi nudo davanti a occhi, spesso, impietosi?
I personaggi pennellati dall’autrice sono una sorta di tracciato di inchiostro e sensazioni, paure e propositi la cui chiave di lettura è, per tutti, il confronto con il passato: l’inesorabile filo rosso che li unisce. Personaggi in bilico con se stessi e con la rappresentazione che il mondo ha di loro, vittime e carnefici, inadeguati e abusati.
Una raccolta breve e contemporaneamente densa di tematiche tra cui anoressia, violenza sessuale su minori da parte di insospettabili parenti, disagio adolescenziale, tutte affrontate con interessante e originale piglio narrativo.

Elisabetta Croce è nata a Cremona nel 1978. La passione per la cultura, in particolar modo per la storia dell’arte, le viene trasmessa da un professore del liceo.
Da qualche anno scrive racconti, alcuni dei quali sono arrivati finalisti a concorsi letterari nazionali.

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