Quando i colombi scomparvero (I narratori)

1941, l’Estonia è comunista. Due cugini, l’intrepido Roland e il pavido Edgar, hanno disertato le file dell’Armata Rossa per unirsi alle brigate partigiane dei Fratelli della foresta e opporsi all’occupazione dei russi. Ma all’arrivo dei nazisti, che prendono possesso delle terre e cacciano i nazionalisti estoni, le strade dei due giovani si separano: Roland, devastato dalla morte misteriosa di Rosalie, l’amore della sua vita, viene rinchiuso in un campo di lavoro, mentre Edgar, ritrovata la moglie che non ama, finisce per assumere una nuova identità e diventa Eggert, collaborazionista dei nazisti.
1963, l’Estonia è di nuovo sovietica. I vecchi partigiani del regime tedesco sono braccati per fare pulizia nel paese. Il compagno Parts è incaricato di scrivere una cronaca dei misfatti dell’occupazione nazista per glorificare il regime al potere. Ma durante le sue ricerche s’imbatte in un diario compromettente che sembra essere appartenuto a Roland.
Occupazione, resistenza e collaborazione sono le molle di questo romanzo potente, ambientato in un’Estonia invasa a turno dai sovietici e dai nazisti. Per rispondere ai drammi della storia, ciascun personaggio dovrà scegliere il proprio cammino. Roland, il giusto, combatte senza tregua l’invasore; suo cugino Edgar, un vero camaleonte, sposerà come sempre l’ideologia al potere.
Ma chi sarà il vincitore di questa lotta accanita?

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Mangialibri

Quando i colombi scomparveroMangialibri

Ancora un altro libro ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale: cosa mai potrebbe esserci di nuovo da dire? Se il dubbio può venire a un lettore abituale, possiamo dire con nettezza che la riproposizione di trame, ambientazioni e atmosfere trite e ritrite non riguarda certo questo romanzo, perché è davvero un’opera sublime, sia stilisticamente che a livello di contenuti. Leggi tutta la recensione

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