Soltanto il cielo non ha confini

È un fiume poco profondo, ma dal nome presuntuoso - Rio Grande - a tracciare per 1.400 chilometri la frontiera tra Messico e Stati Uniti, tra quello che è ancora Terzo Mondo e le prime luci della Grande Giostra a stelle e strisce, tra miseria certa e ricchezza possibile, tra Male conosciuto e Bene quantomeno sperato, tra "essere" e "poter diventare". Nel punto in cui El Paso e la città messicana Ciudad Juárez si guardano, il Rio è diventato la più frequentata porta di servizio degli States, quella da dove masse di disperati cercano di conquistare, con l'acqua alla cintola, il proprio pezzo di American Dream. Li chiamano wetbacks, le schiene bagnate. Tra loro, in tempi diversi e l'uno all'insaputa dell'altro, ci sono anche Hernando e Diego, gemelli ma diversissimi: un Abele per vocazione e un Caino per necessità. La loro sconcertante somiglianza dà vita a una vicenda scandita dagli equivoci e popolata da immigrati e poliziotti, trafficanti senza scrupoli e giornalisti curiosi, santoni sanguinari e miti coltivatori di fagioli, donne dal cuore grande e uomini dal fegato a pezzi. Una narrazione ritmata, tesa e ironica, dove violenza e amore, avidità e altruismo, tragedia e farsa si intrecciano fino all'ultima pagina, con una conclusione imprevista.

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