Disperata passione d'un semidio
- Autore
- Umberto Fioroni
- Pubblicazione
- 29/04/2014
- Categorie
Era l’uomo più potente del Sudamerica, nessun altro era riuscito a creare un impero di quelle dimensioni: aveva tutto, possedeva di tutto, fabbriche, giornali, assicurazioni, miniere, trattava alla pari con i governi del pianeta, compreso quello della Germania nazista, negli anni in cui si preparava la guerra.
Esperanto Molina Prim-Thouet era la formidabile macchina di creazione di potere e denaro.
Da tempo però l’aveva invaso il pensiero che il dominio tanto desiderato altro non era che l’antidoto al terrore della fine, del limite, del termine insuperabile, nella rincorsa folle che permetteva il sogno della cancellazione della morte.
Nel tentativo di scacciare rivelazioni così drammatiche, Esperanto lascia entrare Esther nella sua vita, e con lei si rintana quasi quotidianamente in una specie di bordello di lusso, circondato da una moltitudine delirante di persone che vivono senz’accorgersene lo stesso suo incubo, e dove, a parte Esther e il ricchissimo giullare del lupanare, è il solo ad aver coscienza piena di ciò che realmente avviene nell’esistenza sua e degli altri ospiti.
Ma è troppo tardi, la macchina della distruzione s’è già messa in moto, impossible fermarla, la decisione è irrevocabile, e Esperanto non può fare altro che darle forma. Nella notte che precede la rovina, Esperanto e Esther avranno l’ultimo, violento abbraccio: il ritmo e il fremito dei corpi nella scena dell’ultimo amore, ripeteranno il sogno e l’illusione di dominazione eterna di Esperanto, da sempre ispiratori tirannici delle sue modalità del vivere.
Nella stanza sudicia e imbrattata del sangue di Esther, mentre ancora ne sente in bocca il fetore, non tenta di mettersi in salvo, sotto gli occhi dell’unico amico e della folla acconsente a consegnarsi al boia, finalmente arreso alla inevitabile presenza della linea estrema, della fine imminente, ora che sa che di tutto essa è la misura, e di consegnarsi a lei, oppresso dall’angoscia ma senza tentennamenti.
Esperanto Molina Prim-Thouet era la formidabile macchina di creazione di potere e denaro.
Da tempo però l’aveva invaso il pensiero che il dominio tanto desiderato altro non era che l’antidoto al terrore della fine, del limite, del termine insuperabile, nella rincorsa folle che permetteva il sogno della cancellazione della morte.
Nel tentativo di scacciare rivelazioni così drammatiche, Esperanto lascia entrare Esther nella sua vita, e con lei si rintana quasi quotidianamente in una specie di bordello di lusso, circondato da una moltitudine delirante di persone che vivono senz’accorgersene lo stesso suo incubo, e dove, a parte Esther e il ricchissimo giullare del lupanare, è il solo ad aver coscienza piena di ciò che realmente avviene nell’esistenza sua e degli altri ospiti.
Ma è troppo tardi, la macchina della distruzione s’è già messa in moto, impossible fermarla, la decisione è irrevocabile, e Esperanto non può fare altro che darle forma. Nella notte che precede la rovina, Esperanto e Esther avranno l’ultimo, violento abbraccio: il ritmo e il fremito dei corpi nella scena dell’ultimo amore, ripeteranno il sogno e l’illusione di dominazione eterna di Esperanto, da sempre ispiratori tirannici delle sue modalità del vivere.
Nella stanza sudicia e imbrattata del sangue di Esther, mentre ancora ne sente in bocca il fetore, non tenta di mettersi in salvo, sotto gli occhi dell’unico amico e della folla acconsente a consegnarsi al boia, finalmente arreso alla inevitabile presenza della linea estrema, della fine imminente, ora che sa che di tutto essa è la misura, e di consegnarsi a lei, oppresso dall’angoscia ma senza tentennamenti.
Condividi questo libro
Recensioni e articoli
Non ci sono ancora recensioni o articoli