Il labile confine

Una pediatra in carriera divisa tra lavoro e famiglia, affannata e appagata da una vita impegnativa ma serena. Un ladro maldestro e il suo compare un po’ tonto impegnati a ripulire con metodo le case borghesi di una tranquilla cittadina laziale.

Vite diverse e senza apparenti contatti che casualmente si incrociano, si sfiorano, percorrono insieme il labile confine tra bene e male. Se lo chiedono tutti, i protagonisti e i comprimari di questo girotondo di vicende, qual è la linea di demarcazione tra ciò che è buono e cattivo, tra quello che è lecito fare per essere un po’ più felici e quello che proprio non va fatto se non si vogliono avere debiti con la propria coscienza.

Sullo sfondo la vita tranquilla e scontata della provincia, una classe media intenta a costruire quotidianamente una patinata facciata dietro cui si nascondono nevrosi e meschinità, ingenuità e tormenti.

Sono tre le voci narranti della storia che con ritmi diversi compongono un racconto corale, ironico, introspettivo, a tratti ingenuo.

La scrittura di volta in volta si adegua ai narratori alternando canoni espressivi distinti per ciascuno di loro.

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