Dicono che domani ci sarà la guerra

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Dicono che domani ci sarà la guerra
Autore
Franco Arba
Editore
Liber Aria
Pubblicazione
10/06/2015
Categorie
Se la splendida canzone di Sergio Endrigo “La guerra” fosse un romanzo sarebbe questo: l’opera prima di Franco Arba Sanna, promettente esordiente della squadra di “Kalama”, agenzia sarda (http://www. agenziakalama.it/). Il titolo cita volutamente l’incipit de “La guerra” di Endrigo con la quale ha in comune l’atmosfera bellica e la voce malinconica, drammaticamente incastrata tra il dover fare la guerra e il voler fare la guerra in nome di ideali patriottici. Il protagonista della storia e? Enrico, un ragazzo sardo, costretto dalla fame e dalle circostanze sociopolitiche ad arruolarsi nella Grande Guerra. Il lettore si innamora subito di lui: un eroe buono dalla parte dei diseredati dalla memoria bellica collettiva, un personaggio molto intimista che rientra a pieno titolo tra gli eroi romantici della letteratura. Una volta in guerra Enrico combatte per conquistare i suoi due amori: la Sardegna, l’unica terra che lui identifica come patria e che e? costretto ad abbandonare, e Paska, la sorella del suo compagno di trincea, di cui si innamora a prima vista e follemente. Enrico e? un puro, un eroe buono con uno sguardo innocente sulla vita di cui e? affamato: in ogni sua scelta/non scelta e? mosso da un’unica speranza cieca, che ricorda quella del grande Gatsby per la sua indole da ostinato sognatore. Una fede che non abbandonera? mai neanche nel tragico epilogo finale. E in comune con l’eroe di Fitzgerald, Enrico ha anche qualcos’altro: l’amore incondizionato per Paska. Per la quale e? disposto a tutto tranne a rinunciare alla sua personale battaglia: quella per la lealta?, per gli ideali patriottici, per la sua terra.Franco Arba ci consegna un’eredita? narrativa potentissima: la coscienza dei posteri. Nel romanzo, la Grande Guerra diventa anche il terreno di una presa di coscienza politica dei tanti soldati, sardi e non, che si trovano uniti nei combattimenti, nella vita di trincea, nella lotta contro le ingiustizie della poverta? e nel progressivo ripudio della monarchia.A cento anni dalla discesa in guerra dei soldati italiani LiberAria rende omaggio a una storia ancora attuale d’amore e morte in cui il narratore, pur nascondendosi dentro la testa dei suoi personaggi, non e? mai impersonale. Ma un abile prestigiatore di punti di vista, come nei migliori romanzi della tradizione letteraria italiana.

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