Rudiobus: il cavallo d'oro

Rudiobus, l'immensa statua d'oro zecchino, raffigurante uno dei cavalli della quadriga del Sole, ha cavalcato tra i secoli proprio come un vero cavallo, fino ai giorni nostri. Costruita dal popolo celtico dei salassi, sfruttando le risorse aurifere della miniera della Bessa, presso l'odierna Ivrea, è stata da loro sepolta e occultata all'estremo nord della penisola, per sottrarla alle mire espansionistiche delle legioni romane. Nei secoli Rudiobus ha conosciuto molti padroni. Ha soggiornato nel palazzo ravennate di re Teodorico, ha portato sulla groppa alcuni dei figli del re dei franchi, Carlo Magno, ha condiviso le bellezze della laguna veneziana, giacendo anche come polena sul Bucintoro, ha persino convissuto tra i misteri e gli intrighi dei sultani ottomani. Ai giorni nostri, Enrico e la sua famiglia scoprono uno scrigno, sepolto presso la loro villa, con uno strano biglietto, ingiallito dal tempo, nel quale una misteriosa persona, nel 1940, racconta di un cavallo d'oro da lui trovato e nascosto in un luogo altrettanto misterioso, fornendo alcuni strani indizi per il suo ritrovamento. Come in un'appassionante "caccia al tesoro" tutta la famiglia di Enrico si attiva per sciogliere l'arcano. Alla fine Enrico arriva quasi a toccare il mitico cavallo d'oro dei salassi, ma riuscirà a portarlo definitivamente alla luce o Rudiobus continuerà la sua folle corsa nel tempo verso l'ignoto?

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