Polimnia (Il racconto nel tempo)
- Autore
- Alessandro Cortese
- Editore
- Edizioni SAECULA
- Pubblicazione
- 03/05/2014
- Categorie
Prendendo spunto dalle Storie di Erodoto, Alessandro Cortese ci conduce su uno tra i più antichi terreni di scontro tra Oriente e Occidente, tra imperialismo e anelito alla libertà: le Guerre Persiane.
L’invenzione narrativa si mescola alla verità storica e si volge indietro, fino a guardare negli occhi la follia di Cambise, Gran Re dei Persiani, tra oscuri malefici, inganni e rivolte. Quindi cavalca la salita al trono di Dario, in una fame di potere che schiaccia e distrugge. E così è anche per Serse e i suoi fantasmi. Tra fautori e detrattori della guerra, in Grecia come in Persia, la narrazione si spinge sino alle acque schiumose della Battaglia di Salamina e alla definitiva disfatta persiana a Platea.
Ma è nel periodo tra l’agosto e il settembre dell’anno 480 a.C. il suo apogeo, quando, con Serse, l’Ellade si trova a dover respingere un nuovo attacco da Oriente.
Intimorite dalla marcia apparentemente inarrestabile dell’esercito persiano, molte città greche si lasciano corrompere o comprare.
Tuttavia, in trecento si riuniscono a Sparta, e quando si viene a sapere che re Leonida condurrà i suoi guerrieri a combattere, a quelli si aggiungeranno altri provenienti da buona parte dell’Ellade.
È al passo delle Termopili, occupato per rallentare, nel suo stretto passaggio, l’avanzata dell’invasore, che la Grecia si scopre una.
Un racconto corale, trent’anni di storia epocale che l’autore narra con sapienza, ardimento ed emozione, così come immagina abbiano combattuto i Greci, ma avendo a cuore di dar voce anche ai sentimenti, alle incertezze e agli sproni che poterono animare i Persiani nel muovere guerra all’Ellade.
L’invenzione narrativa si mescola alla verità storica e si volge indietro, fino a guardare negli occhi la follia di Cambise, Gran Re dei Persiani, tra oscuri malefici, inganni e rivolte. Quindi cavalca la salita al trono di Dario, in una fame di potere che schiaccia e distrugge. E così è anche per Serse e i suoi fantasmi. Tra fautori e detrattori della guerra, in Grecia come in Persia, la narrazione si spinge sino alle acque schiumose della Battaglia di Salamina e alla definitiva disfatta persiana a Platea.
Ma è nel periodo tra l’agosto e il settembre dell’anno 480 a.C. il suo apogeo, quando, con Serse, l’Ellade si trova a dover respingere un nuovo attacco da Oriente.
Intimorite dalla marcia apparentemente inarrestabile dell’esercito persiano, molte città greche si lasciano corrompere o comprare.
Tuttavia, in trecento si riuniscono a Sparta, e quando si viene a sapere che re Leonida condurrà i suoi guerrieri a combattere, a quelli si aggiungeranno altri provenienti da buona parte dell’Ellade.
È al passo delle Termopili, occupato per rallentare, nel suo stretto passaggio, l’avanzata dell’invasore, che la Grecia si scopre una.
Un racconto corale, trent’anni di storia epocale che l’autore narra con sapienza, ardimento ed emozione, così come immagina abbiano combattuto i Greci, ma avendo a cuore di dar voce anche ai sentimenti, alle incertezze e agli sproni che poterono animare i Persiani nel muovere guerra all’Ellade.
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