Questa puttana mi farà morire: Aneddoti, intrighi e avventure alla corte del Re Sole

Per i più grandi scrittori francesi, da Stendhal a Proust, le Memorie rappresentano un modello. André Gide annota che ogni parola, ogni frase di quest’opera conserva il marchio di uno spirito impetuoso, mentre Emile Zola scrive che nella sua prosa palpita la vita e la passione ha seccato l’inchiostro. I Goncourt arrivano addirittura a sostenere: “ci sono soltanto tre stili: quello della bibbia, quello dei latini e quello di Saint-Simon”.



A distanza di tre secoli l’opera conserva una freschezza e una vivacità sorprendenti, un racconto che trascende il contesto dei fatti della corte di Luigi XIV per calarci nelle passioni degli uomini che la animano, un testo letterario ancor prima che documento storico. I personaggi smettono di essere personaggi storici, per diventare personaggi di romanzo, colti nella loro esistenza, nel loro costante affannarsi, nelle loro ambizioni e nelle loro debolezze, nel loro desiderio di primeggiare, immersi nell’architettare intrighi e nell’ordire congiure, che si muovono tra feste e ipocrisie in quello che lui definisce “il teatro del mondo”.

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