Dove la Vistola impazzisce
- Autore
- Mario Roberto
- Pubblicazione
- 19/01/2014
- Categorie
Cracovia 1993. Il vecchio quartiere ebraico e le miniere di sale dei re di Polonia.
Una macchiolina che Giorgio ha sulla pelle dalla nascita, un’insignificante voglia, ereditaria forse, acquista inaspettatamente un significato.
Lui si ritrova così coinvolto in una storia che coinvolge il passato della sua famiglia, che lo porta nel mondo dell’ebraismo dell’Europa orientale prima del nazismo, il popolo dell’yiddish; un mondo a lui sconosciuto e ormai scomparso quasi completamente.
La storia si svolge nella Cracovia nei primi anni del post-comunismo. Una città che, all’ombra delle sue tradizioni secolari, vive fra euforia e momenti di sgomento il rapido passaggio dal socialismo reale degli ultimi cinquant’anni ad un futuro di ‘libertà’ ancora tutto da capire.
La storia inizia e si conclude a Genova, la città dove Giorgio è nato e vive, ma si svolge quasi interamente nella grande città sulla Vistola, fra il centro storico, il vecchio quartiere ormai quasi abbandonato del Casimiro e le secolari miniere di sale di Wieliczka, appena fuori città.
A Cracovia Giorgio avrà l’aiuto di Caterina, amica del suo socio di lavoro, che lo guiderà nella sua città, con le sue strade antiche, le sue leggende senza tempo e le sue usanze sopravvissute ai tanti padroni.
Avrà la così la possibilità di vedere dall’interno, il passaggio della Polonia dal regime socialista filosovietico al capitalismo, una transizione profonda durata pochissimi anni, con un passato apparentemente dissoltosi senza lasciare traccia.
A Cracovia però lo ritroveranno anche altre fantasmi, in carne ed ossa, di un passato per lui assolutamente inaspettato.
"Vos gevein is gevein un nit do" "Ciò che è stato è stato e non è più" è il titolo della vecchia canzone yiddish che usa come commento il Sig. Novara, alla sinagoga di Genova. "Ma credo che capire quello che sarebbe potuto essere, sia altrettanto importante per il futuro " aggiunge anche.
Una macchiolina che Giorgio ha sulla pelle dalla nascita, un’insignificante voglia, ereditaria forse, acquista inaspettatamente un significato.
Lui si ritrova così coinvolto in una storia che coinvolge il passato della sua famiglia, che lo porta nel mondo dell’ebraismo dell’Europa orientale prima del nazismo, il popolo dell’yiddish; un mondo a lui sconosciuto e ormai scomparso quasi completamente.
La storia si svolge nella Cracovia nei primi anni del post-comunismo. Una città che, all’ombra delle sue tradizioni secolari, vive fra euforia e momenti di sgomento il rapido passaggio dal socialismo reale degli ultimi cinquant’anni ad un futuro di ‘libertà’ ancora tutto da capire.
La storia inizia e si conclude a Genova, la città dove Giorgio è nato e vive, ma si svolge quasi interamente nella grande città sulla Vistola, fra il centro storico, il vecchio quartiere ormai quasi abbandonato del Casimiro e le secolari miniere di sale di Wieliczka, appena fuori città.
A Cracovia Giorgio avrà l’aiuto di Caterina, amica del suo socio di lavoro, che lo guiderà nella sua città, con le sue strade antiche, le sue leggende senza tempo e le sue usanze sopravvissute ai tanti padroni.
Avrà la così la possibilità di vedere dall’interno, il passaggio della Polonia dal regime socialista filosovietico al capitalismo, una transizione profonda durata pochissimi anni, con un passato apparentemente dissoltosi senza lasciare traccia.
A Cracovia però lo ritroveranno anche altre fantasmi, in carne ed ossa, di un passato per lui assolutamente inaspettato.
"Vos gevein is gevein un nit do" "Ciò che è stato è stato e non è più" è il titolo della vecchia canzone yiddish che usa come commento il Sig. Novara, alla sinagoga di Genova. "Ma credo che capire quello che sarebbe potuto essere, sia altrettanto importante per il futuro " aggiunge anche.
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