La stagione dell'odio

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La stagione dell'odio
Autore
Paolo Franciosi
Pubblicazione
29/05/2013
Categorie
Roma. Ai giorni nostri. Quartiere Trieste. In una fredda sera di gennaio, il notaio Vittorio Magri è seduto alla scrivania del suo studio, alla luce dello schermo del suo portatile, per scrivere un romanzo.

La storia che vuole narrare lo riguarda in prima persona ed avviene nel 1979.

La narrazione lo vede protagonista insieme ai fratelli Gaia e Libero Serpieri.

All’epoca dei fatti, Vittorio è un ragazzo di ventun anni appartenente al Fronte della Gioventù, l’organizzazione giovanile dell’allora Movimento Sociale Italiano – Destra Nazionale.

La sera del 15 gennaio 1979, Vittorio ed alcuni suoi amici di sezione stanno affiggendo manifesti nel quartiere, per ricordare due “camerati” uccisi pochi giorni prima per le strade di Roma, quando da un parco adiacente arrivano le grida di una giovane donna. In un volgere di pochi secondi, il gruppo di militanti giunge nel mezzo del parco, dove una ragazza sta per essere sopraffatta da un balordo nel tentativo di stuprarla. E’ Vittorio il primo ad intervenire e a sventare la terribile minaccia. Il protagonista si offre di riaccompagnare la giovane a casa; abita nel quartiere anche lei, così come il protagonista, tutti e due figli di quel quartiere Trieste, ricco, borghese e militante.

La ragazza si chiama Gaia Serpieri, diciott’anni, ed è una giovane della F.G.C.I., l’organizzazione giovanile del Partito Comunista Italiano. Tra i due nasce subito un feeling difficilmente spiegabile tra due persone schierate su posizioni diametralmente opposte e con temperamenti forti.

Ugualmente saldo appare il legame di amicizia che si instaura altrettanto rapidamente tra Vittorio e Libero, il fratello di Gaia, coetaneo del protagonista, anche lui nella F.G.C.I.

Siamo ancora nel pieno di quegli anni, dove intrecci in “rosso e nero” come quelli che creano i tre giovani, sono pericolosi, e possono destabilizzare le menti di molti. E’ ciò che accade intorno ai protagonisti.

In seno agli ambiti familiari e ai rispettivi ambienti di militanza, i malumori si avvertono pesantemente fin da subito, trascinando Vittorio e i fratelli Serpieri in un gorgo di violenza che riesce alfine a prevalere sulle buone intenzioni dei tre, aperti e svincolati dalle gabbie ideologiche che imprigionano tutto e tutti in quegli anni, e sui forti e puri sentimenti che contraddistinguono le figure dei protagonisti.

Le morti violente di Franco, amico fraterno e collega di militanza di Vittorio e, poco più tardi, di Libero Serpieri, rappresenteranno il tragico sigillo alla stagione dell’odio vissuta dai tre ragazzi, che pagano il loro personale tributo al periodo più buio della storia repubblicana del nostro Paese.

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