Una finta a destra, una a sinistra (Sport.doc)

Paolo Rosi (1922-1997) ha raccontato alcune delle migliori imprese sportive del secolo scorso: l’oro di Berruti a Roma ‘60, le sfide tra Benvenuti e Griffith per il mondiale dei Pesi medi, l’epopea dei Mennea, Cova (suo il “Cova-Cova-Cova” di Helsinki ‘83) e Simeoni. Senza dimenticare la valanga azzurra di sci e il “Cinque Nazioni” in bianco e nero.
Prima di entrare in Rai è stato una colonna della nazionale di rugby e della Rugby Roma, con cui ha vinto due scudetti. Tante le mete segnate Rosi in carriera ma una è indimenticabile perché la prima di un italiano nello stadio londinese di Twickenham, il tempio del rugby mondiale.
Il libro è un affresco corale che spazia dalla giovinezza alla pensione di un personaggio riservato che non ha mai approfittato della sua notorietà. Oltre 40 gli intervistati, equamente divisi tra colleghi di televisione (Tito Stagno, Marco Franzelli, Mario Mattioli, Guglielmo Moretti, Augusto Frasca, Attilio Monetti), della carta stampata (Giorgio Cimbrico, Carlo Gobbi, Carlo Bruzzone, Luciano Ravagnani, Gianni Romeo), compagni di squadra (Sergio Barilari, Leonardo Riccioni, Silvano Tartaglini, Lucio Curti, Marcello Martone, Sergio Del Grande) e parenti vari, tra cui la sorella Liliana, il figlio Andrea e il nipote Mauro Papi.

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