La grande estate: Sylvia Plath a New York, 1953

È il 31 maggio del 1953 quando una emozionata Sylvia Plath, appena ventenne, sbarca nella Grande Mela. Bionda, abbronzata, tiene fra le mani una valigia, frutto dello studio accurato di mesi: due tubini neri, una camicia da notte, due pigiami blu, e poi camicie, calze di nylon, una borsetta rossa con scarpe coordinate, un rossetto rosso… e il biglietto che l’ha portata da Wellesley, Massachusetts, a New York. Ha vinto una borsa di studio di un mese come praticante nella redazione di Mademoiselle, una prestigiosa rivista che ogni anno, a giugno, seleziona venti studentesse meritevoli che lavoreranno al ventiduesimo numero, quello dedicato al college. Per Sylvia è la realizzazione di un sogno: non solo entra a far parte dello staff di una testata importante, famosa per aver pubblicato inediti di grandi scrittori, ma soggiorna con le altre ragazze al Barbizon Hotel, va alle feste, a teatro e alle sfilate di moda; assiste a una partita allo Yankee Stadium e balla al West Side Tennis Club, fa indigestione di ostriche e caviale e scopre il suo drink preferito (vodka liscia, con ghiaccio). Arriva addirittura a pedinare Dylan Thomas…
Basandosi sulle testimonianze di chi l’ha conosciuta e ha vissuto con lei quegli intensissimi ventisei giorni, Elizabeth Winder racconta da una prospettiva inedita l’educazione sentimentale di Sylvia Plath sullo sfondo di una New York anni Cinquanta dinamica e sfolgorante, prima che la sua vita e il suo talento la trasformassero nell’icona che tutti conosciamo.

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