«Aspasia siete voi...» (POLLINE)

«Aspasia siete voi ...», comfidava Antonio Ranieri a Fanny Targioni Tozzetti 1i 13 gennaio del 1838, sette mesi dopo la morte di Giacomo Leopari. Da allora la bella contessa si sarebbe avviata verso la posterità identificata come “donna allettatrice” , la dama del beau monde fiorentino, che si compiaceva di essere ammirata e corteggiata, e anche amata; la donna che ravivò in Leopardi cocenti e mai appagati sentimenti («... che smisurato amor, che affanni intensi, / che indicibili moti e che deliri / movesti in me ...»), per poi beffardamente spegnerli. Le tante pagine a lei dedicate nella critica e nella biografia leopardiana non sono mai riuscite a gettare luce sull’ispiratrice di leopardi e sul suo rapporto con il poeta.
Chi era in realtà Fanny? E quale il legame che tanto tormento aveva dato a Leopardi? attraverso le sue carte e le sue lettere è ora possibile restituire a Fanny la sua vera immagine di donna sensibile, triste e malinconica, dedita alle figlie, al marito, agli amici. Il carteggio con Ranieri costituisce un affascinante viaggio alla scoperta della reale personalità di Aspasia, aprendo nuovi interrogativi sull’atteggiamento di Leopardi verso di lei e sulla loro intensa frequentazione fiorentina.

Elisabetta Benucci filologa, studiosa di testi quattrocenteschi, assegnista presso l’Università degli Studi di Firenze, svolge da tempo attività di ricerca presso l’Archivio dell’Accademia della Crusca e ne coordina le attività e i progetti dal 2003. Èautrice di molte pubblicazioni.

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