L'abatino, il pupone e altri fenomeni: Tutto il calcio soprannome per soprannome
- Autore
- Furio Zara
- Editore
- Rizzoli
- Pubblicazione
- 11/06/2014
- Categorie
Forse non tutti sanno che Me Dole era un calciatore argentino ipocondriaco che giocava (quando stava bene) nella Sampdoria degli anni Settanta; che Jeppson, stella del Napoli del dopoguerra costata una fortuna, era per tutti ’O Banco ’e Napule; che Franco Causio portava scarpe inglesi e cravatte Regimental, da qui il soprannome Barone; che Claudio Ranieri, per via della rinomata macelleria aperta dal padre, a Roma è da sempre Er Fettina.
E senz’altro c’è qualcuno che non ricorda perché Totti detesta essere chiamato Pupone, chi era Altrove e perché non entrava mai in area di rigore, la vera identità del Keegan della Brianza, la ragione per cui i compagni invidiavano il terzino noto come Mandingo e cos’hanno in comune Renato Buso e Patrizio Sala. L’Abatino, il Pupone e altri fenomeni non è soltanto una eccezionale raccolta degli appellativi più divertenti, poetici o feroci affibbiati negli anni a campioni e bidoni, ma una carrellata di oltre 1400 soprannomi che porta il lettore a scoprire o ripassare dei momenti indimenticabili del calcio antico e recente. Dagli stadi più remoti agli incontri rimasti nella storia, passando per infami gollonzi ed epiche marcature, gesti cavallereschi e vili attentati alle altrui caviglie, il comune denominatore è sempre il genio comico e irriverente dei soprannomi forgiati da maestri del giornalismo come Gianni Brera e Vladimiro Caminiti, oppure nati spontaneamente dalle comunità dei tifosi. Un libro esilarante, ricco di curiosità, chicche e di insospettabile poesia, dedicato a tutti quelli che pensano che il calcio non sia (solo) un gioco, ma un’occasione unica per raccontare delle storie.
BATIGOL – Ha appena fatto gol, lo stadio è un boato, lui sradica da terra la bandierina e la pianta a un metro da sé: Neil Armstrong sulla Luna, Mick Jagger in concerto. I capelli al vento, il sorriso feroce di chi ha conquistato un’isola, una città, un popolo, un’utopia.
Gabriel Batistuta. Batigol.
RAMARRO – Darko Pancev fu Cobra, sic transit gloria centravanti. Inter, primi anni ’90. Poche presenze, pochissimi gol e una serie di cilecche clamorose. L’involuzione della specie, il ciapanò darwiniano.
GARRINCHA – È un uccellino dalla coda rossa e dalle gambette sottilissime che il poliomielitico più talentuoso della storia del calcio cacciava da bambino. Si chiamava Manoel Francisco dos Santos, e il “Garrincha” pare gliel’abbia affibbiato la sorella Rosa.
DOTTOR DIVAGO – L’ondivago brasiliano Sócrates, detto così dai tifosi della Fiorentina più inclini alla letteratura russa. Divago, voce del verbo divagare: la testa tra le nuvole, l’aria di uno capitato lì per caso.
E senz’altro c’è qualcuno che non ricorda perché Totti detesta essere chiamato Pupone, chi era Altrove e perché non entrava mai in area di rigore, la vera identità del Keegan della Brianza, la ragione per cui i compagni invidiavano il terzino noto come Mandingo e cos’hanno in comune Renato Buso e Patrizio Sala. L’Abatino, il Pupone e altri fenomeni non è soltanto una eccezionale raccolta degli appellativi più divertenti, poetici o feroci affibbiati negli anni a campioni e bidoni, ma una carrellata di oltre 1400 soprannomi che porta il lettore a scoprire o ripassare dei momenti indimenticabili del calcio antico e recente. Dagli stadi più remoti agli incontri rimasti nella storia, passando per infami gollonzi ed epiche marcature, gesti cavallereschi e vili attentati alle altrui caviglie, il comune denominatore è sempre il genio comico e irriverente dei soprannomi forgiati da maestri del giornalismo come Gianni Brera e Vladimiro Caminiti, oppure nati spontaneamente dalle comunità dei tifosi. Un libro esilarante, ricco di curiosità, chicche e di insospettabile poesia, dedicato a tutti quelli che pensano che il calcio non sia (solo) un gioco, ma un’occasione unica per raccontare delle storie.
BATIGOL – Ha appena fatto gol, lo stadio è un boato, lui sradica da terra la bandierina e la pianta a un metro da sé: Neil Armstrong sulla Luna, Mick Jagger in concerto. I capelli al vento, il sorriso feroce di chi ha conquistato un’isola, una città, un popolo, un’utopia.
Gabriel Batistuta. Batigol.
RAMARRO – Darko Pancev fu Cobra, sic transit gloria centravanti. Inter, primi anni ’90. Poche presenze, pochissimi gol e una serie di cilecche clamorose. L’involuzione della specie, il ciapanò darwiniano.
GARRINCHA – È un uccellino dalla coda rossa e dalle gambette sottilissime che il poliomielitico più talentuoso della storia del calcio cacciava da bambino. Si chiamava Manoel Francisco dos Santos, e il “Garrincha” pare gliel’abbia affibbiato la sorella Rosa.
DOTTOR DIVAGO – L’ondivago brasiliano Sócrates, detto così dai tifosi della Fiorentina più inclini alla letteratura russa. Divago, voce del verbo divagare: la testa tra le nuvole, l’aria di uno capitato lì per caso.
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