NON PIANGETE LA MIA MORTE

ll testamento umano e politico di un uomo semplice e innocente, ingiustamente condannato da un'ottusa Corte di Giustizia degli Stati Uniti il 23 agosto 1927 insieme al compagno Nicola Sacco.



La vicenda di Sacco e Vanzetti, durata per sette anni dal 1920 fino al triste epilogo, fece il giro del mondo, indignò l'opinione pubblica di tutte le nazioni democratiche, suscitò un movimento di solidarietà come non si era mai visto fino ad allora.



Solamente nel 1977, con cinquanta anni di colpevole ritardo, il Governatore del Massachusets Dukakis, decretò che il processo non era stato condotto correttamente poichè influenzato dal pregiudizio razziale verso gli immigrati e dal pregiudizio politico verso gli anarchici; da quel momento il 23 agosto diventò il "Sacco and Vanzetti day".



"Volli un tetto per ogni famiglia, un pane per ogni bocca, un'educazione per ogni cuore, la luce per ogni intelletto" (B. Vanzetti)



"Non augurerei a un cane o a un serpente, alla più miserevole e sfortunata creatura della terra, ciò che ho avuto a soffrire per colpe che non ho commesso. Ma la mia convinzione è un'altra: che ho sofferto per colpe che ho effettivamente commesso. Sto soffrendo perché sono un radicale, e in effetti io sono un radicale; ho sofferto perché sono un italiano, e in effetti io sono un italiano; ho sofferto di più per la mia famiglia e per i miei cari che per me stesso; ma sono tanto convinto di essere nel giusto che se voi aveste il potere di ammazzarmi due volte, e per due volte io potessi rinascere, vivrei di nuovo per fare esattamente ciò che ho fatto finora" (B. Vanzetti)

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