Verso sera divento un po' eta (Fiume in piena Vol. 1)
- Autore
- Editore
- Fiume in piena
- Pubblicazione
- 09/12/2015
- Categorie
LA FELICITÀ HA I MINUTI CONTATI
La felicità ha i minuti contati! Torno infelice, sono scontento, non me la sento e me ne pento, cento per cento, e neanche mento se tento a stento di agire lento e controvento. Vado in convento e non mi lagno solo perché potrò lavarmi in uno stagno e fare il bagno senza ritegno, senza un compagno che mi costringa a fare spruzzi nel lavandino come un alpino rimasto tale, volendo fare il garibaldino, come un cretino.
LA BEATITUDINE
Ed io luminare. Un luminare della scienza per avere capito e appreso che l’amore è nella macchina molitrice di mio padre. Nella ciclicità dei suoi ingranaggi, nella forza che sovrasta il silenzio e spezza la solitudine, richiamando la coscienza a farsi vigile, a rispondere di se stessi. A sciogliersi in pianto… A sciogliersi in canto, come l’albero cede il suo frutto, perché possa ridursi in grumi, e i grumi in poltiglia e la poltiglia sciogliersi in fluido odoroso. E il senso della vita è nella musica che nasce dall’imponderabile, dalla meccanica e dai nostri profondi desideri, dalla disperazione e dal dolore ma non dall’abbandono. Ed io l’amavo. Ed io t’amavo. Ed ero convinto che tu fossi donna, che io fossi uomo e non nostalgia.
Che tu fossi donna e non speranza e non passeggera di un treno che non ha suoni nella breve distanza, ma che solo nella notte e nel lungo tragitto inizia a scandire i suoi messaggi di vita a chi potrà udirlo.”
Ed ora che vorrà dirci questo aritmico cuore. Che vorrà confidarvi nell’incedere costante dei suoi palpiti austeri e bizzosi? Lo sapremo al più presto. La scienza sta studiando i processi della molitura nell’animo umano: la beatitudine.
La felicità ha i minuti contati! Torno infelice, sono scontento, non me la sento e me ne pento, cento per cento, e neanche mento se tento a stento di agire lento e controvento. Vado in convento e non mi lagno solo perché potrò lavarmi in uno stagno e fare il bagno senza ritegno, senza un compagno che mi costringa a fare spruzzi nel lavandino come un alpino rimasto tale, volendo fare il garibaldino, come un cretino.
LA BEATITUDINE
Ed io luminare. Un luminare della scienza per avere capito e appreso che l’amore è nella macchina molitrice di mio padre. Nella ciclicità dei suoi ingranaggi, nella forza che sovrasta il silenzio e spezza la solitudine, richiamando la coscienza a farsi vigile, a rispondere di se stessi. A sciogliersi in pianto… A sciogliersi in canto, come l’albero cede il suo frutto, perché possa ridursi in grumi, e i grumi in poltiglia e la poltiglia sciogliersi in fluido odoroso. E il senso della vita è nella musica che nasce dall’imponderabile, dalla meccanica e dai nostri profondi desideri, dalla disperazione e dal dolore ma non dall’abbandono. Ed io l’amavo. Ed io t’amavo. Ed ero convinto che tu fossi donna, che io fossi uomo e non nostalgia.
Che tu fossi donna e non speranza e non passeggera di un treno che non ha suoni nella breve distanza, ma che solo nella notte e nel lungo tragitto inizia a scandire i suoi messaggi di vita a chi potrà udirlo.”
Ed ora che vorrà dirci questo aritmico cuore. Che vorrà confidarvi nell’incedere costante dei suoi palpiti austeri e bizzosi? Lo sapremo al più presto. La scienza sta studiando i processi della molitura nell’animo umano: la beatitudine.
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