Libro Café
Finnicella e il Fantasma del Castello: Le avventure erotiche di Finnicella (Rinascimento Fantastico e Sexy Vol. 2)
- Autore
- Angelica Rosich
- Editore
- Cherry Tree Editions
- Pubblicazione
- 18/12/2015
- Categorie
Le avventure della strega più malandrina della Toscana arrivano al termine, con una nuova eccitante storia.
Dove può concludersi il suo viaggio se non proprio dove era iniziato?
Finnicella torna così al castello dei Lanfranchi per salvare il suo primo amore, ma grandi pericoli la aspettano!
Qualcuno si nasconde nell'ombra, pronto a ghermirla alla prima occasione!
La servetta dovrà mettere alla prova la sua forza d'animo e ignorare la sua già debole morale per poterne uscire sana e salva.
Hanno termine con questo episodio le avventure buffe ed erotiche di Finnicella, in un Rinascimento Fantastico e Sexy da godere e da non prendere sul serio. La Toscana rinascimentale non è mai stata così folle.
"«Come mi sei mancata, amica mia.»
L’abbracciò anch’egli e le mani presero a carezzare in maniera rozza la schiena della ragazza, fino a scendere sui glutei sodi a strizzarli ben bene.
«Perlomeno nascondimi.» gli sussurrò lei in un orecchio e poi gli passò la lingua sul mento.
Severio fece risalire le mani e sgusciò nello scollo della ragazza per impadronirsi di un capezzolo. Sentendolo indurirsi all’istante rise, prese coraggio e andò a colpire proprio il punto più sensibile di Finnicella, che ben conosceva chiunque avesse diviso con lei un covone di fieno, letto o addirittura parete. Le posò le labbra sul collo e prese a baciarla mordicchiarla proprio lì, il vigliacco.
«Credo di iniziare a ricordare dov’è che ho portato quel grosso maiale, ma ancora non ne sono sicuro.» e mise la mano sotto la gonna.
Le dite esperte, andarono a intrufolarsi nella fessura di Finnicella che, volente o nolente, era già umida.
«Che fai, Severio? Non è il caso!»
La servetta gli puntellò le braccia sulle spalle nel debole tentativo di staccarlo.
Severio la guardò allibito.
«Che c’è ti senti male?»
«No, è che non è il momento, suvvia!»
Il birbone però la conosceva bene e sapeva che alla servetta piacevano i modi rozzi e un po’ di forza.
Lei ci provava a ribellarsi, col pensiero di Roderigo che aveva tratto in salvo sua madre e attirato dietro di sé le guardie per darle il tempo di scappare.
«No-no-no e intanto qui sotto è tutto bagnato.» continuò lo stalliere che era andato a strofinare proprio quel bottone magico nascosto tra la fitta peluria.
Suo malgrado, la ragazza si trovò ad aprire le cosce, per l’abitudine d’accogliere Severio in tutti quegli anni e per l’eccitazione della situazione.
«Non mi merito un premio per averti salvata nel bosco e per rischiare la vita adesso?»
«Fare le cose per pura generosità, no?»
«Appunto, lo dico anch’io: viva la generosità!»
La ragazza strinse le cosce con una fioca protesta.
«No, dai! Non lo vedi che ci sono i soldati in giro?»
Fuori dalla stalla sentiva i pesanti scalpicci metallici degli armigeri.
Lo stalliere abbandonò la presa sulle pudenda di Finnicella, le poggiò e mani sulle spalle e la premette verso il basso.
«A loro ci penso io quand’è il momento, fidati. Con un po’ di aiuto mi verrà coraggio.»"
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Una commedia erotica, ambientata in pieno rinascimento, che contiene scene esplicite di sesso, a base di ironia, stregoneria e creature fantastiche!
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Il Blog su Rinascimento e racconti erotici, romanzi rosa storici, streghe e letteratura erotica.
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Dove può concludersi il suo viaggio se non proprio dove era iniziato?
Finnicella torna così al castello dei Lanfranchi per salvare il suo primo amore, ma grandi pericoli la aspettano!
Qualcuno si nasconde nell'ombra, pronto a ghermirla alla prima occasione!
La servetta dovrà mettere alla prova la sua forza d'animo e ignorare la sua già debole morale per poterne uscire sana e salva.
Hanno termine con questo episodio le avventure buffe ed erotiche di Finnicella, in un Rinascimento Fantastico e Sexy da godere e da non prendere sul serio. La Toscana rinascimentale non è mai stata così folle.
"«Come mi sei mancata, amica mia.»
L’abbracciò anch’egli e le mani presero a carezzare in maniera rozza la schiena della ragazza, fino a scendere sui glutei sodi a strizzarli ben bene.
«Perlomeno nascondimi.» gli sussurrò lei in un orecchio e poi gli passò la lingua sul mento.
Severio fece risalire le mani e sgusciò nello scollo della ragazza per impadronirsi di un capezzolo. Sentendolo indurirsi all’istante rise, prese coraggio e andò a colpire proprio il punto più sensibile di Finnicella, che ben conosceva chiunque avesse diviso con lei un covone di fieno, letto o addirittura parete. Le posò le labbra sul collo e prese a baciarla mordicchiarla proprio lì, il vigliacco.
«Credo di iniziare a ricordare dov’è che ho portato quel grosso maiale, ma ancora non ne sono sicuro.» e mise la mano sotto la gonna.
Le dite esperte, andarono a intrufolarsi nella fessura di Finnicella che, volente o nolente, era già umida.
«Che fai, Severio? Non è il caso!»
La servetta gli puntellò le braccia sulle spalle nel debole tentativo di staccarlo.
Severio la guardò allibito.
«Che c’è ti senti male?»
«No, è che non è il momento, suvvia!»
Il birbone però la conosceva bene e sapeva che alla servetta piacevano i modi rozzi e un po’ di forza.
Lei ci provava a ribellarsi, col pensiero di Roderigo che aveva tratto in salvo sua madre e attirato dietro di sé le guardie per darle il tempo di scappare.
«No-no-no e intanto qui sotto è tutto bagnato.» continuò lo stalliere che era andato a strofinare proprio quel bottone magico nascosto tra la fitta peluria.
Suo malgrado, la ragazza si trovò ad aprire le cosce, per l’abitudine d’accogliere Severio in tutti quegli anni e per l’eccitazione della situazione.
«Non mi merito un premio per averti salvata nel bosco e per rischiare la vita adesso?»
«Fare le cose per pura generosità, no?»
«Appunto, lo dico anch’io: viva la generosità!»
La ragazza strinse le cosce con una fioca protesta.
«No, dai! Non lo vedi che ci sono i soldati in giro?»
Fuori dalla stalla sentiva i pesanti scalpicci metallici degli armigeri.
Lo stalliere abbandonò la presa sulle pudenda di Finnicella, le poggiò e mani sulle spalle e la premette verso il basso.
«A loro ci penso io quand’è il momento, fidati. Con un po’ di aiuto mi verrà coraggio.»"
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