Io so perché canta l'uccello in gabbia
- Autore
- Maya Angelou
- Editore
- BeaT
- Pubblicazione
- 27/07/2015
- Valutazione
- 1
- Categorie
Pubblicato per la prima volta nel 1969, Io so perché canta l’uccello in gabbia è uno dei libri fondamentali del Novecento, uno tra i migliori mille libri di sempre, secondo larga parte della stampa e delle riviste letterarie americane. Descrivendo i primi anni della sua straordinaria esistenza, Maya Angelou vi celebra la voglia di vivere, la bellezza del pensiero e la disarmante sensibilità di una bambina e poi di un’adolescente nera nell’America razzista del secolo scorso.
Il libro muove dall’arrivo di Maya, tre anni, e di suo fratello Bailey, quattro anni, a Stamps, nell’Arkansas. Spediti nel profondo Sud a casa della nonna, dopo la separazione dei genitori. È la stagione in cui i luoghi appaiono ancora sotto la luce magica dell’infanzia. Maya vive con la nonna e lo zio nel retro dell’Emporio di cui Momma (così viene chiamata la nonna) è proprietaria da tempo e, tra granaglie per i
polli, cherosene, lampadine, stringhe, lozioni, palloncini e semi di fiori, gioca ininterrottamente con Bailey, come in un luna park senza guardiano.
Nell’America degli anni Trenta, tuttavia, eroi e orchi, incanti e orrori accompagnano inevitabilmente l’esistenza di una bambina di colore.
Eroi, per Maya, sono i raccoglitori di cotone che scendono dal retro de gli autocarri, si piegano giù fino a terra e, stanchissimi, le dita tagliate,
le schiene, le spalle, le brac cia, le gambe sfinite, si assembrano nell’Emporio. Orchi sono i «ragazzi» bianchi del Ku Klux Klan che, con gli occhi pieni di odio e le facce di pietra, calano a Stamps e costringono lo zio di Maya e gli altri neri a nascondersi tra gli escrementi del le galline.
Orco è Mr. Freeman, l’amico della mamma, un uomo grande, grosso e flaccido che a St. Louis, in Missouri, una sera di primavera l’attira a sé.
Opera magnifica, fatta di urla, suoni, passioni, crudeltà e coraggio senza limiti, Io so perché canta l’uccello in gabbia è la storia di una ragazzina afroamericana capace di lasciarsi alle spalle la sofferenza costruendo con orgoglio e ostinazione la propria vita. Una storia che, a quasi cinquant’anni dalla sua prima pubblicazione, conserva tutta la sua bruciante attualità.
«Una delle luci più splendenti dei nostri tempi, una donna veramente fenomenale … la voce che trovò ha aiutato generazioni di americani
e ha spinto tutti noi a essere migliori».
Barack Obama
«Una delle voci letterarie più rispettate e amate d’America. Maya Angelou, il cui libro di memorie, Io so perché canta l’uccello in gabbia, sulla
sua terribile infanzia nel Sud segregato, è passato alla storia della letteratura come il primo best-seller scritto da un’afroamericana».
Corriere della Sera
«Maya Angelou: c’era una volta l’America che non amava i neri».
La Stampa
Il libro muove dall’arrivo di Maya, tre anni, e di suo fratello Bailey, quattro anni, a Stamps, nell’Arkansas. Spediti nel profondo Sud a casa della nonna, dopo la separazione dei genitori. È la stagione in cui i luoghi appaiono ancora sotto la luce magica dell’infanzia. Maya vive con la nonna e lo zio nel retro dell’Emporio di cui Momma (così viene chiamata la nonna) è proprietaria da tempo e, tra granaglie per i
polli, cherosene, lampadine, stringhe, lozioni, palloncini e semi di fiori, gioca ininterrottamente con Bailey, come in un luna park senza guardiano.
Nell’America degli anni Trenta, tuttavia, eroi e orchi, incanti e orrori accompagnano inevitabilmente l’esistenza di una bambina di colore.
Eroi, per Maya, sono i raccoglitori di cotone che scendono dal retro de gli autocarri, si piegano giù fino a terra e, stanchissimi, le dita tagliate,
le schiene, le spalle, le brac cia, le gambe sfinite, si assembrano nell’Emporio. Orchi sono i «ragazzi» bianchi del Ku Klux Klan che, con gli occhi pieni di odio e le facce di pietra, calano a Stamps e costringono lo zio di Maya e gli altri neri a nascondersi tra gli escrementi del le galline.
Orco è Mr. Freeman, l’amico della mamma, un uomo grande, grosso e flaccido che a St. Louis, in Missouri, una sera di primavera l’attira a sé.
Opera magnifica, fatta di urla, suoni, passioni, crudeltà e coraggio senza limiti, Io so perché canta l’uccello in gabbia è la storia di una ragazzina afroamericana capace di lasciarsi alle spalle la sofferenza costruendo con orgoglio e ostinazione la propria vita. Una storia che, a quasi cinquant’anni dalla sua prima pubblicazione, conserva tutta la sua bruciante attualità.
«Una delle luci più splendenti dei nostri tempi, una donna veramente fenomenale … la voce che trovò ha aiutato generazioni di americani
e ha spinto tutti noi a essere migliori».
Barack Obama
«Una delle voci letterarie più rispettate e amate d’America. Maya Angelou, il cui libro di memorie, Io so perché canta l’uccello in gabbia, sulla
sua terribile infanzia nel Sud segregato, è passato alla storia della letteratura come il primo best-seller scritto da un’afroamericana».
Corriere della Sera
«Maya Angelou: c’era una volta l’America che non amava i neri».
La Stampa
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Recensioni e articoli
Io so perché canta l’uccello in gabbia di Maya Angelou — RecensioniLibri.org
Io so perché canta l’uccello in gabbia, pubblicato per la prima volta nel 1969, rappresenta una pietra miliare della letteratura del ‘900. Nel 2015, un anno dopo la scomparsa dell’autrice Maya Angelou, la casa editrice BEAT ne pubblica una ristampa. L’autrice è nota ai più come una poetessa afroamericana, voce dei neri d’America e testimone della discriminazione subita; pochi sanno, però, quali... Leggi tutta la recensione
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