Da Milano alla Sabina passando per la Farnesina

«Queste “memorie” sono frutto della mia claudicante memoria: non mi sono avvalso di diari (che non ho mai tenuto), di archivi personali (che non ho, salvo qualche eccezione qui pubblicata), né di ricerche. Solo qualche controllo facilitato dalla tecnologia moderna.

Chiedo scusa anticipatamente a coloro che possono o avrebbero potuto sentirsi ingiustamente attaccati.

Io li ricordo così; sarà colpa della vecchiaia che incombe; cerco di combatterla, rievocando quanto di bello la vita mi ha dato e i tanti rospi che ho dovuto ingoiare.»



Mario Bondioli Osio

Bocchignano, inverno 2015





Mario Bondioli Osio è nato a Milano il 1° luglio 1936. Dopo la laurea in Giurisprudenza e una borsa di studio presso il Bologna Center della Johns Hopkins University, nel 1960 si avvia alla Carriera Diplomatica. La sua prima destinazione all'estero è in qualità di vice console a Basilea, cui segue l'Ambasciata di Bonn. Negli anni Settanta è prima alla Direzione Generale degli Affari Politici (Servizio ONU), poi Primo Consigliere all'Ambasciata di Tripoli e Ministro Consigliere in quella di Teheran, poche settimane dopo la fondazione della Repubblica Islamica. Passa quindi a New York - è il 1981 - come Primo Consigliere alla Rappresentanza Permanente d'Italia presso l'ONU. Dopo aver svolto vari incarichi presso la Direzione Generale per la Cooperazione allo Sviluppo al Ministero degli Esteri, nel 1988 viene nominato Ambasciatore ad Aden e accreditato anche a Gibuti. Rientrato a Roma dopo la riunificazione dei due Yemen nel 1990, svolge incarichi presso la Direzione Generale degli Affari Politici e come Osservatore CEE in Croazia. Nel 1992 è Ambasciatore a Doha, nello Stato del Qatar. Dal dicembre 1995 assume l'incarico di Presidente della Commissione Interministeriale per il Recupero delle Opere d'Arte. È stato poi in Irak quale responsabile del ministero della cultura nell'ambito del governo provvisorio della coalizione alleata ed ha concluso la sua carriera diplomatica contribuendo significativamente al recupero ed alla restituzione di numerosi reperti archeologici illegalmente “emigrati” in musei e collezioni private statunitensi.

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