Fine partita

Misteri, enigmi, un labirinto d’indizi. John Rebus, ispettore della polizia di Edimburgo, torna a muoversi in un intrico di luci e ombre che ha il suo centro nella scomparsa di una studentessa. L’indagine in poco tempo si trasforma in un terribile, ossessivo gioco, ogni livello del quale presenta nuove e più angoscianti rivelazioni. Punto d’inizio: Philippa Balfour, Flip per gli amici. Vent’anni, una famiglia agiata, molti amici, alcuni sinceri, altri rosi da antichi rancori. Un fidanzato dal passato difficile. Una normale ragazza della buona società di Edimburgo, tutto sommato. Poi Flip sparisce e sulla città i sospetti dilagano come ombre che riconducono a un passato lontano ma non dimenticato, a riti di stregoneria e macabri ritrovamenti di oggetti dall’oscuro simbolismo, ma anche a delitti più recenti. Come se non bastasse, Rebus e la squadra investigativa – che è scossa dall’interno da invidie, sospetti e rivalità – devono seguire anche altre tracce strettamente legate alle nuove tecnologie. Giochi di ruolo in Rete, sciarade e indovinelli proposti via e-mail da un misterioso Quizmaster che ha ossessionato Flip sino a portarla a un ultimo appuntamento dopo il quale è svanita nel nulla. Oppure dietro alla scomparsa si cela qualcos’altro? Una fuga, una vendetta programmata nel corso degli anni, un atto di improvvisa, brutale follia? L’intrico s’infittisce: enigmi, rivelazioni e ossessioni compongono un magistrale thriller dove Rankin intreccia perfettamente la ricostruzione dell’ambiente e della storia della «sua» Edimburgo con i tranelli della Rete e gli ancor più subdoli giochi di potere all’interno della polizia. Intanto il perverso gioco di Quizmaster conquista e soggioga il lettore come i protagonisti della vicenda, incalzandolo a sondare, analizzare, elaborare ogni indizio prima che il tempo scada e la partita giunga alla fine.

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