Il primo anno va male, tutti gli altri sempre peggio

Mara e Alberto sono sposati dal 1976 e si dividono tra vita domestica, cellulari smarriti, la spesa al supermercato di sabato pomeriggio, gli impegni di lavoro, l’educazione delle figlie, la gioia dei nipotini, i rapporti con la suocera, il burraco con gli amici (o con l’iPad), gli acciacchi. Un po’ come tutte le coppie rodate. Però Mara e Alberto non sono una coppia normale, checché ne dicano loro.
Perché lei è la Mara Maionchi, discografica che ha lanciato talenti come Tiziano Ferro e Gianna Nannini, famosa per i suoi modi diretti e le sue esternazioni senza filtro. E lui è l’Alberto Salerno, figlio d’arte, paroliere e produttore, autore di canzoni per Mango, i Nomadi, Zucchero e Ramazzotti, solo per citarne alcuni. Insieme hanno conosciuto i mostri sacri della canzone e hanno fatto la storia della musica italiana negli ultimi quarant’anni.
Sono famosi, anche se non gliene frega nulla. Quando tornano a casa, dopo una diretta Tv o una sessione in sala di registrazione, sono solo Mara e Alberto. Lui pigro, indolente, sornione; lei analfabeta tecnologica, che si arrabbia e impreca. Litigano spesso, in sostanza non fanno altro. Si lanciano oggetti, fanno sceneggiate in pubblico, lui ha sempre la valigia pronta. Fanno pace, ma non sanno spiegare perché. Hanno caratteri, gusti, abitudini diversi, opposti, talvolta inconciliabili.
Qual è il loro segreto per una così lunga vita coniugale? Semplice, mandarsi a quel paese tutti i giorni. E poi ricominciare da capo.

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