PAGINE MESSINESI alla ricerca dell'identità perduta

Senza memoria del passato non si ha consapevolezza del presente e si rischia di ipotecare il futuro. Ciò vale per le persone e per le comunità. Vale per Messina e per chi conosce poco la propria storia o ritiene che non valga la pena curarsi di avvenimenti e personaggi lontani nel tempo. Ma quei fatti e quelle persone fanno parte di noi. Senza di loro saremmo come chi per un trauma perde la memoria e non riconosce più cose e volti che lo circondano. Ecco perché sapere cosa furono gli anni del dopoguerra a Messina o chi era “l’onorevole Blandino”, ricordare fasti e decadenza del Gabinetto di Lettura o le serate all’Irreramare, leggere di fatti importanti o marginali avvenuti nella nostra città, può aiutare a riconoscerci.



Giuseppe Loteta, siciliano di Messina, vive a Roma dal 1959. Laureato in giurisprudenza, giornalista professionista dal 1962, è stato caposervizio interni e inviato del settimanale “L’Astrolabio”, fondato da Ernesto Rossi e diretto da Ferruccio Parri. Poi condirettore di “Aut”, vicedirettore del “Diario di Venezia”. Fino al 1994 inviato e commentatore politico de “Il Messaggero”. Collabora a diversi quotidiani e periodici. Nel 1990 ha pubblicato il suo primo libro con le Nuove edizioni del Gallo: Cuore da battaglia. Pacciardi racconta a Loteta, un libro-intervista con il vecchio leader repubblicano. Nel 1998, Fratello, mio valoroso compagno… Dall’Italia alla Spagna la vita avventurosa di Fernando De Rosa, socialista libertario (Marsilio). Dal 2008, editi dalla Pungitopo: Messina 1908 (romanzo ambientato nella città dello Stretto poco prima che il terremoto la distruggesse); Romanzo messinese (racconti, 2011); Nuvole e pietre (poesie, 2013); Istantanee, tra cronaca e storia (profili di personaggi che appartengono alla storia del nostro Paese, 2014).

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